Defibrillatori avezzanesi nella cardio-battaglia di Tagliacozzo

18 maggio 2014 | 10:37
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Defibrillatori avezzanesi nella cardio-battaglia di Tagliacozzo

di Gioia Chiostri

L’Avezzano che ‘opera e lavora’ sul ring tagliacozzano per parlare di cardioprotezione. Il 16 maggio, si è consumata la battaglia dell’anno, quella che ha la stessa location dell’altro scontro storico – la battaglia di Tagliacozzo, combattuta nel 1268 – ma un fine diverso, ossia la salvaguardia dell’organo più fragile e al contempo vitalmente più forte che l’uomo possiede, il cuore. Il medico cardiologo, interventista, come precisa lui stesso, Stefano Guarracini, ultimo ramo di una genealogia di medici cardiologi che hanno dato lustro alla Marsica intera, ha presentato ieri, nella due giorni nazionale sulla cardiologia svoltasi nella città d’arte tagliacozzana, il suo progetto ‘Chi salva una vita salva il mondo intero’ che vede nei defibrillatori la chiave per l’eden della pronto intervento perfetto.

10 defibrillatori posizionati in luoghi strategici della città. Personale ‘laico’, ossia non operante nel mondo della medicina, in grado di usarli. Un corso in Blsd, base, per imparare a farli funzionare consapevolmente. Questa la condensazione dell’idea rivoluzionaria del medico avezzanese. Un’idea che permetterà e ha già permesso, in realtà, di rendere cardioprotetta la città di Avezzano e il comune di Trasacco. Due stelle accese nel buio dell’imprudenza nel soccorso. Nell’arena dello splendido teatro Talia, sul palco, Guarracini e i ragazzi della Misericordia, volontari del pronto soccorso e i primi ad aver imparato la cultura del defibrillatore, Gianni di Pangrazio, sindaco di Avezzano, Maurizio Di Marco Testa, il ‘patrono’, sindaco di Tagliacozzo e il sindaco di Trasacco, Mario Quaglieri, hanno dato adito ad una volontà: quella di tenere anzitutto lontana la sanità dalla politica e di conservare la genuinità della prevenzione. «Trasacco – ha spiegato di fatti Quaglieri – è distante 15 chilometri dall’Ospedale civile di Avezzano. Inutile dire quanto si potrebbe sconfiggere l’alone del pericolo con il colpo di spugna dei defibrillatori». E, di fatti, il comune di Trasacco ne ha già 8 posizionati in altrettanti luoghi di estrema affluenza della popolazione. Avezzano, invece, è la prima città cardioprotetta d’Abruzzo, che accoglierà presto altri 15 defibrillatori.

Il primato della città di Avezzano è un primato cardiaco. Le parole esplicative del cardiologo Guarracini ben hanno reso l’importanza e l’utilità vitale del posizionamento dei defibrillatori nell’area avezzanese. «Io – ha spiegato – da cardiologo di trincea, come mi ha insegnato ad essere la mia scuola di specializzazione presso l’Università aquilana, mi scontro praticamente ogni giorno con la precarietà della vita, con il ‘non arrivare in tempo’ perché la morte, molto spesso, arriva improvvisa. Quest’anno, abbiamo avuto 54mila casi di morte improvvisa solo in Italia. Ma la domanda è: perché si muore all’improvviso? L’80% dei casi è per malattie relative alle vie coronarie. Ogni volta che una persona cade a terra, non si ha, ovviamente, un cardiologo tra le mani, quindi diventa necessario inizialmente, capire quali siano i pazienti a rischio. Quest’ultimi, semplicemente, sono le persone normali, fra le quali risultano anche quelle che nella vita non hanno mai fatto, ad esempio, un elettrocardiogramma. Quando una persona cade a terra presenta un ritmo cambiato rispetto a quello che aveva precedentemente. In questi secondi vitali, vitale diventa il defibrillatore. Se noi chiamassimo il 118, quando appunto una persona cade a terra, il 90 % delle volte, gli operatori trovano un caso di sistolia, se avessimo un defibrillatore a portata di mano, l’80 % delle volte, gli operatori troveranno la fibrillazione ventricolare, ossia quel ritmo che può essere interrotto dal macchinario salvavita per eccellenza, il defibrillatore».

Avezzano è divenuta emulatrice di un’altra grande città ‘cardioptoretta d’Italia, ossia Piacenza, sotto la guida medica fenomenale del dottor Capucci, che mise in pratica il Progetto Cuore ben otto anni fa. Collocando 150 defibrillatori in tutta la città, Piacenza passò da una sopravvivenza del 2 % a una sopravvivenza del 48 %. «Noi – continua Guarracini – siamo partiti dal basso, da due piccole strutture di Avezzano che sono una piscina, la Pinguino, e una palestra, la Metrò. Le abbiamo cardioprotette insegnando ad utilizzare il defibrillatore e a fare il massaggio cardiaco a tutti i collaboratori di queste due strutture».

Gianni Di Pangrazio ha rammentato, nell’incontro tagliacozzano, l’operosità dei giovani e soprattutto di quei medici giovani che tentano, nonostante vari ostacoli e ritardi burocratici, di apportare maggior giovamento al settore sociale territoriale. «I corsi verranno offerti anche agli studenti delle scuole di Avezzano. Tutti, oggi, conoscono le sabbie mobili in cui si muove la Sanità. A Tagliacozzo c’è un eccellente reparto di cardiologia, timoneggiato dal cardiologo Leonello Guarracini, che non dovrebbe essere un mosca bianca in tutta la Marsica, a mio avviso. Bisognerebbe invece investire nella sanità e quindi nella salute delle persone. Un altro progetto a cui darò seguito sarà l’Emodinamica H24. La mission dei sindaci, in questo periodo, è quello di essere il riferimento di tutto e di tutti».

Il sindaco di Trasacco, medico anch’egli, Quaglieri, ha portato l’esempio del suo comune, ‘cardioprotetto’ da otto defibrillatori, per un totale di 6500 abitanti. «Con Stefano Guarracini – ha detto – abbiamo cominciato a dar seguito al progetto della cardio protezione circa due anni fa. Io, da medico, ho subito capito l’importanza del progetto ‘defibrillatori’. Abbiamo donato anche un defibrillatore all’Avis e ai carabinieri. Inoltre, nel comune di Trasacco, sono stati organizzati una serie di corsi per imparare l’utilizzo del macchinario salvavita a cui hanno partecipato 150 cittadini, oltre che tutto il personale di primo soccorso, ossia carabinieri e vigili urbani. Noi abbiamo investito circa 27mila euro: questi soldi equivalgono ad asfaltare una strada di 300 metri. Allora, penso, è meglio una buca in più che una vita in meno».

Tagliacozzo vanta invece di essere una piccola appendice in campo medico, ma di grandissima professionalità. Quello di Tagliacozzo non è un ospedale comunitario, ma un presidio ospedaliero riabilitativo di due eccellenze: neuromotulesi, ma soprattutto cardiologia, il cui primario è proprio Leonello Guarracini. «Noi sindaci – ha detto il primo cittadino di Tagliacozzo, Di Marco Testa – facciamo squadra tra di noi e abbiamo creato una sinergia che è risultata poi essere davvero la carta vincente sul e nel territorio. La sanità non la fanno i politici ma i medici, tant’è che la politica deve assolutamente non intrecciarsi con il mondo del soccorso e della cura; l’amministratore, che è il sindaco, deve invece stare vicino alla sanità. Ecco: questo secondo me è il sunto di un lavoro di squadra. Tagliacozzo ad oggi è senza defibrillatori, ma abbiamo un 118 efficientissimo, che si è dotato recentemente anche di una nuova ambulanza, inaugurata qualche settimana fa».

Il futuro della Marsica, in somma sintesi, è cardioprotetto. Si spera che l’Abruzzo diventi la prima regione ‘salvavita’ d’Italia. Il pronto intervento è la cruna dell’ago in cui far passare il filo della vita, per un abito sanitario perfetto.

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