
di Giovanni Baiocchetti
Ancora cronaca dalla ormai famosa piastra 6 del Progetto Case Roio1 a Poggio di Roio, dove ventidue famiglie convivono da sei mesi con la legionella e con la conseguente infezione causata da questo batterio, la legionellosi, che colpisce l’apparato respiratorio. Oggi raccogliamo lo sfogo di una malcapitata cittadina, che vuole restare anonima, in merito alle accuse apparse sulla stampa locale da parte del sindaco Cialente, secondo cui «questi cittadini boicottano la salute pubblica».
«Da dicembre – ci dice – abbiamo seguito tutte le indicazioni che il Comune ci ha dato per provvedere all’eliminazione del batterio. Nello specifico, da sei mesi a questa parte, teniamo tutti i rubinetti di casa aperti (dalla cucina ai due bagni) e le finestre spalancate dalle 2 alle 4 ore al giorno. Poco tempo fa, vista la persistenza del problema, abbiamo firmato la nostra disponibilità per il trasferimento in un altro appartamento provvisorio, nel villaggio MAP di Poggio di Roio, aspettando che il Comune ci fornisse le chiavi per prendere possesso del nuovo alloggio e traslocare. Lo scorso venerdì, mentre lavoravo, ricevo una telefonata da parte di una funzionaria del Comune che, con tono poco gentile, mi impone di lasciare il mio alloggio immediatamente. Provo dunque a spiegarle la mia situazione: come dicevo prima, ho già accettato la richiesta di trasferimento, ma senza le chiavi del nuovo appartamento, dove vado? Dove metto tutte le mie cose? La funzionaria mi ha chiesto inoltre di lasciare immediatamente il posto di lavoro per provvedere; chi andava a lavorare al posto mio? Sono una libero-professionista e gestisco un forno che non posso abbandonare da un momento all’altro. In ultimo, mi viene detto che, lasciando il mio alloggio, avrei dovuto lasciare aperti di nuovo tutti i rubinetti e tutte le finestre. Ecco, quel giorno, mio figlio di dieci anni era a casa con febbre e mal di gola; nonostante abbia spiegato la mia situazione, mi sento rispondere “chiuda suo figlio in camera e lasci arieggiare il resto della casa.” Quale madre chiuderebbe suo figlio con la febbre in una stanza? Mi viene la pelle d’oca ancora adesso a ripensarci. Al mio ennesimo rifiuto, dunque, vengo denunciata».
«Finito il mio turno di lavoro – continua – torno a casa e trovo la polizia municipale ad aspettarmi. Per fortuna, dopo aver spiegato la mia situazione, i vigili hanno capito ed abbiamo evitato che la situazione degenerasse. Ora la questione trasferimento è momentaneamente sospesa; domani e dopodomani, alcuni tecnici verranno a prelevare dei campioni d’acqua per vedere l’eventuale persistenza del batterio nelle tubature. In venti giorni avremo un responso».
«Ci tengo a far sapere – conclude – che le bollette di acqua e gas (i cui costi sono notevolmente lievitati da dicembre a questa parte) le paghiamo noi. Il Comune solo a parole ci ha detto che si sarebbe accollato i costi, senza però mettere per iscritto questa dichiarazione. La verità, dunque, non è che non vogliamo andarcene o che boicottiamo la salute pubblica. Anche perché, qui le istituzioni si vedono solo adesso. E perché, da dicembre, abbiamo avuto quattro morti nella palazzina e continuiamo a convivere con mal di testa, mal di gola, senzazione di vomito, catarro e anche perdite di sangue dalla bocca. Io stessa sono sotto antibiotico da alcuni mesi».