
«Renzi verrà all’Aquila nei tempi e nei modi che lui deciderà. Non sarà un tempo lungo». Lo ha detto il sottosegretario all’Economia Giovanni Legnini, che ha anche la delega alla ricostruzione post terremoto, parlando, a margine di un evento elettorale nel capoluogo abruzzese, del fatto che il premier Renzi non ha ancora visitato L’Aquila, andando invece nelle zone terremotate dell’Emilia.
«L’impegno del Governo per L’Aquila da ricostruire è pieno e incondizionato», ha aggiunto il sottosegretario. «Si articola su più direzioni, tutte ‘cantierate’ – ha spiegato – Subito dopo questa competizione elettorale entreremo nel vivo, innanzitutto con lo sblocco delle risorse che già ci sono per proseguire nell’avvio dei cantieri, poi per ‘stringere’ sul cantiere normativo, per le norme che mancano per L’Aquila. Poi va ampliato e implementato il confronto con l’Unione Europea sul tema risorse stabili-tasse».
«Stiamo conducendo una campagna elettorale serena, determinata – ha concluso – consapevoli della possibilità concreta di poter realizzare il cambiamento che questa regione ci chiede, che i cittadini di questa regione ci chiedono».
All’evento aquilano, promosso dal Partito Democratico, ha partecipato anche il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. «Questo non è il Lazio, ma un posto in cui si è verificato un fatto immenso – ha detto – Al dramma del terremoto non può aggiungersi la beffa del dimenticarsi dell’Abruzzo. Un rapporto diverso fra Lazio e Abruzzo può essere un pezzo della costruzione della ripresa e dello sviluppo. È una missione per non cedere alla cultura delle paure, che distrugge e basta». «Il presente non può andar bene, nessuno propone di continuare come è stato fino ad oggi – ha proseguito – Bisogna essere vicini a queste terre, non solo ovviamente in campagna elettorale, ma sempre. Tenteremo di fare la nostra parte».
«La cosa più importante in questo momento – ha aggiunto – è non perdere la speranza. Non c’è dubbio che c’è una situazione economica e sociale drammatica, ma è anche vero che su questa crisi c’è chi mangia, chi lucra, chi spinge sulla paura e non fa nulla per eliminarla». «Chi ha paura reagisce d’istinto e quindi c’è chi investe sulla paura – ha concluso – Noi vogliamo essere quelli che non negano il problema, ma offrono una speranza alla prospettiva».