Boom per il ‘turismo dei cimiteri’

21 maggio 2014 | 13:34
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Boom per il ‘turismo dei cimiteri’

Il turismo dei cimiteri può coinvolgere, in pochi anni, 90 siti in Italia e interessare 400.000 italiani e 7 milioni di residenti nei Paesi di origine anglosassone, contro i soli 45.000 visitatori previsti per l’anno 2013.

«Potrebbe, questa, essere considerata una forma assai bizzarra di turismo, oppure un macabro viaggio nei luoghi della sepoltura: in realtà il “turismo dei cimiteri” è una forma di scoperta legata al valore storico, architettonico e culturale dei cimiteri, ma anche ad una “visita” a personaggi famosi che lì, in quel particolare sepolcro, sono stati tumulati», spiega Massimo Ferruzzi, amministratore unico della società Jfc che ha elaborato una ricerca sulla “seconda vita dei cimiteri”.

A livello mondiale i cimiteri di potenziale interesse turistico sono 417, la maggior parte dei quali si trova in Europa: ben l’83,5 per cento del totale, pari a 348 cimiteri e, di questi, ben il 55,2 per cento (pari a 192) sono in Italia.

Non tutti i cimiteri, però, possono avere una finalità turistica: oltre le potenzialità, i dati reali evidenziano come nel nostro Paese siano 90 (sui 192 catalogati) i cimiteri che possono rappresentare, già oggi, attrazioni turistiche. La maggior parte di questi si trovano in Toscana, poi in Sicilia e in Emilia Romagna.

La quota dei frequentatori italiani dei cimiteri a fini turistici è rappresentato, per l’81,7 per cento dei casi, da persone con un’età superiore ai 50 anni, in prevalenza «visitatori individuali o in coppia» (73,8 per cento).

Per quanto riguarda le motivazioni che spingono gli italiani a visitare un cimitero, sono, secondo lo studio della società Jfc, di due tipi: una culturale e museale e una legata alla visita di tombe di personaggi famosi.

Nel primo caso la motivazione primaria è quella legata alla «partecipazione ad un evento», valida per il 17,2 per cento degli italiani. In questo ambito il fattore più attrattivo è quello legato all’organizzazione di «visite guidate, a tema», poi a «concerti e spettacoli», a «visite generiche», a «convegni e le conferenze». Seguono poi altre motivazioni di tipo culturale, quali: un «interesse generico e la curiosità», valido nel 15,3 per cento dei casi; l’«esclusività della visita», indicato dal 13,5 per cento degli italiani, la «scoperta di aspetti architettonici non comuni», motivo valido nel 9,6 per cento dei casi.

Per quanto riguarda invece le motivazioni che spingono gli italiani a visitare i cimiteri con tombe di personaggi famosi, il fattore primario è legato alla «visita legata alla tomba del personaggio», indicata nel 35,3 per cento dei casi. Segue poi la visita intesa come «viaggio di ricerca interiore», che è la motivazione primaria del 17,1 per cento degli italiani e, ancora, la «visita di interesse personale», motivazione indicata dal 13,6 per cento. I personaggi che, più di altri, creano interesse per una visita anche dopo la loro morte, sono i «musicisti e cantanti» e i «poeti e scrittori».

E’ comunque bassa la quota di visitatori stranieri, pari al 13,2 per cento sul totale dei visitatori; se invece si considerano i soli cimiteri acattolici, la quota di visite straniere “esplode” sino a toccare il 68 per cento del totale. Questi provengono dagli Stati Uniti e dal Regno Unito, ma anche da Germania, Francia, Canada, Russia. Diversa la situazione per quanto riguarda gli italiani: si tratta in prevalenza di residenti nell’area provinciale, mentre la quota di chi proviene da oltre 100 chilometri è solo del 7,5 per cento.