Truffa assegni sociali all’Inps, Gdf denuncia 45 persone

21 maggio 2014 | 12:17
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Truffa assegni sociali all’Inps, Gdf denuncia 45 persone

La Guardia di Finanza di Vasto ha denunciato 45 persone per truffa ai danni dell’Inps, con l’accusa di avere percepito indebitamente assegni sociali per oltre 1,5 milione di euro. Nell’ambito delle indagini sono stati sequestrati, ai fini della confisca per equivalente, 162 unità immobiliari e 50 conti correnti.

L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore di Vasto, Enrica Medori, è stata portata avanti dalla Compagnia di Vasto dei finanzieri, guidata dal tenente Marco Garofalo. Secondo quanto riferito in conferenza stampa dal comandante provinciale di Chieti della Gdf, Domenico Pellecchia, si tratta della prima operazione di controllo sistematico sulle cosiddette pensioni minime.

Il meccanismo truffaldino, secondo quanto riferito dagli investigatori, era finalizzato ad ottenere l’erogazione dell’assegno sociale: in sostanza persone originarie del vastese e frentano residenti in Brasile, Argentina e Repubblica dominicana, al compimento del 65esimo anno di vita sarebbero rientrate in Italia e rimaste il tempo necessario per ottenere la residenza in zona – 183 giorni di iscrizione all’anagrafe civile prima della modifica della normativa nel 2009 – avrebbero fatto la domanda per la pensione minima e aperto il conto corrente, che spesso era cointestato ad una persona residente in Italia, sul quale farsi erogare la prestazione e poi sarebbero tornati nel paese dove effettivamente vivevano, ossia all’estero. Dal 2009 la normativa relativa all’erogazione dell’assegno sociale prevede, invece, la residenza di almeno dieci anni in Italia.

I controlli su un centinaio di persone sono partiti analizzando la posizione di un cittadino: fra i casi scoperti c’era quello di un 81enne che dall’Argentina si era trasferito a Casalbordino (Chieti), intestandosi anche un immobile, tornato all’estero e poi deceduto; si è poi scoperto che una decina di beneficiari delle pensioni erano nel frattempo deceduti, ma sui loro conti correnti continuavano ad arrivare i soldi dall’Inps. Il costo della truffa si aggira intorno ai 500 mila euro annui.