
«Rischiava di cadere da un ponticello; chiedeva aiuto. L’ho preso in braccio e l’ho lasciato ad un’altra donna che mi seguiva. Mi sono sentita male. Non sono stata capace di raggiungere l’altro piccolo, pochi metri più in là, faccia a terra».
Così la prima soccorritrice dei due fratellini rimasti coinvolti, a Pescara, nell’impatto con un treno regionale.
La vittima, secondo la polizia ferroviaria, sarebbe un bimbo di etnia nomadi. Nelle vicinanze c’è un campo nomadi con una decina di roulotte ma, secondo la testimonianza della soccorritrice – che lì vive e i cui nipotini hanno visto i due bimbi avvicinarsi al tracciato ferroviario – la piccola vittima non apparterrebbe alla comunità.
La donna è accorsa, arrampicandosi verso il piccolo che chiedeva aiuto. La linea ferroviaria dove è avvenuto l’incidente non è l’Adriatica, bensì la regionale Roma-Sulmona-Pescara. La stazione nei cui pressi è avvenuto l’impatto è la Pescara San Marco, servita esclusivamente dai treni regionali in servizio sulla linea. In corrispondenza si trova il quartiere periferico e popoloso della città adriatica ‘San Donato’.