Teramo: donna fatta a pezzi, nuova udienza

28 maggio 2014 | 16:30
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Teramo: donna fatta a pezzi, nuova udienza

di Claudia Giannone

E’ fissata per il 9 luglio prossimo l’udienza in Corte di Assise di Appello che vede quale imputato Romano Bisceglia, accusato di aver strangolato e tagliato in 5 pezzi Adele Mazza, donna con la quale in passato aveva avuto una relazione sentimentale.

I cinque pezzi del corpo di Adele Mazza furono ritrovati in una scarpata in Via Franchi, alla periferia di Teramo, da una donna che passeggiava con il suo cane.

Secondo l’accusa, Bisceglia avrebbe ucciso la donna per la decisione di quest’ultima di smettere di drogarsi e prostituirsi e di consegnare all’uomo il ricavato che riceveva. Il cinquantacinquenne teramano, tra le 10.30 del giorno di Pasqua del 2010 e le 10.30 del giorno successivo, avrebbe preso alle spalle la donna e, dopo averla strangolata, l’avrebbe tagliata in cinque pezzi. Dopo aver lavato i poveri resti nella vasca da bagno, li avrebbe chiusi in sacchi di plastica legati su di un carrello e trasportati fino alla scarpata che dista circa 400 metri dalla propri abitazione.

Decisiva una traccia del suo Dna trovata sul nastro adesivo usato per chiudere i sacchi con i resti del cadavere, ma anche decine di testimonianze, la corda e i coltelli tenuti in casa, il carrello usato per trasportare i resti della vittima, il sangue nel bagno di casa e quello trovato su un suo scarpone riconducibili alla vittima.

Nel processo bis imposto dalla Corte di Appello dell’Aquila, dopo l’annullamento della sentenza all’ergastolo di primo grado per un vizio di forma legato alla composizione della corte, in particolare alla sostituzione di un giudice popolare, il Pubblico Ministero Stefano Giovagnoni aveva chiesto la condanna all’ergastolo e l’isolamento diurno, ma i giudici di primo grado hanno condannato l’imputato a 30 anni di reclusione per omicidio volontario e a 5 anni di libertà vigilata, scontandogli la premeditazione ed i futili motivi.