
di Gioia Chiostri
C’è un tempo mitico in cui gli anni sono immersi come perle in conchiglie damascate. Anni intrappolati, quasi. Un tempo in cui tutto è fermo, palpabile. Un tempo in cui i secondi non scorrono più. I luoghi del cuore, quei [i]loci amoeni[/i] che tempestano il verde e il grigio cittadino delle nostre realtà rimangono monoliti e non si evolvono, identificandosi con il passato, presente e futuro di una colletività. «E per fortuna».
Ma se le intemperie e l’incuranza minacciassero le cattedrali e le abbazie che legano i nostri scenari a quelli dei nostri nonni, cosa si potrebbe fare, in attivo? Noi de IlCapoluogo.it abbiamo indagato e abbiamo notato come l’Abbazia benedettina di San Benedetto in Perillis sia divenuta oggetto di salvaguardia con un progetto molto particolare.
«È stato un nostro amico ad avvicinarsi per primo al progetto denominato ‘I luoghi del cuore’ (pagina Fb: [url”https://www.facebook.com/iluoghidelcuore?fref=ts”]https://www.facebook.com/iluoghidelcuore?fref=ts[/url]). {{*ExtraImg_203411_ArtImgRight_300x450_}}Abbiamo accolto di buon grado la sua iniziativa, essendo emotivamente legate al paese fin da bambine ed essendoci sempre impegnate in prima persona per la valorizzazione del nostro territorio. Proprio qualche mese fa, infatti, abbiamo fondato l’associazione culturale Perill’ Arte, insieme ad altri giovani del posto». Queste parole, tanto vere quanto toccanti, sono di Lia Salvati, 26 anni, studentessa in Medicina e Chirurgia presso l’università degli studi dell’Aquila e residente a San Benedetto in Perillis e di Fiorella Gentile, 25 anni, studentessa in Architettura presso l’università Valle Giulia di Roma e residente a L’Aquila. Entrambe membri effettivi del consiglio direttivo dell’associazione culturale Perill’Arte, hanno deciso, un giorno, di cominciare a combattere per il proprio luogo natio, in questo caso San Benedetto in Perillis, uno splendido borgo medievale per l’appunto minacciato dalla superficialità umana.
{{*ExtraImg_203412_ArtImgRight_300x200_}}Ma andiamo per gradi. In cosa consiste l’ iniziativa ‘I Luoghi del Cuore’? «L’iniziativa, promossa dal FAI in collaborazione con Intesa Sanpaolo, – spiegano le due ragazze – è un censimento nazionale rivolto ai cittadini che abbiano intenzione di tutelare un luogo a cui siano affettivamente legati e che vorrebbero preservare da una condizione di trascuratezza e degrado che, nel nostro caso specifico, consegue al sisma del 6 aprile 2009. Il progetto ha la finalità di coinvolgere i cittadini e di sensibilizzarli nei confronti del patrimonio artistico e paesaggistico con lo scopo di favorire la collaborazione fra comunità e istituzioni al fine di tutelare e ripristinare il valore di tale patrimonio. Quarantacinque sono stati finora gli interventi di recupero attuati in 15 regioni, che hanno restituito a molti luoghi la bellezza che li caratterizzava originariamente. Il FAI si propone di intervenire direttamente nella salvaguardia dei beni più votati con attività di recupero e valorizzazione, anche grazie all’erogazione del contributo che Intesa Sanpaolo lega al progetto. Per contribuire è sufficiente votare sulla pagina Facebook, accedendo con le credenziali del proprio account Facebook, oppure registrandosi».
{{*ExtraImg_203413_ArtImgRight_300x195_}}Qual è il vostro ‘luogo del cuore’? «Il nostro luogo del cuore è appunto San Benedetto in Perillis. In particolare la nostra attenzione è rivolta all’abbazia benedettina sita nel centro storico che, risalendo all’VIII secolo d.C., si colloca tra le più antiche d’Abruzzo. Negli anni la chiesa ha subito vari rimaneggiamenti, ma solo nel 1973, grazie a un restauro curato dalla sovraintendenza, è stata riportata alla luce la sua struttura originaria. L’abbazia presenta sia elementi romanici che gotici e ha una struttura a tre navate con soffitto ligneo e all’interno presenta tracce di preziosi affreschi. Ciò che la rende unica nel nostro territorio è il particolare loggiato pensile con quattro archi presente nella facciata e la croce longobarda. Per intere generazioni l’abbazia ha rappresentato il fulcro della vita sociale e culturale del paese. Purtroppo attualmente questo non è più possibile e ciò ha colpito molto la comunità, che ha dovuto rinunciare a tradizioni che duravano ormai da lungo tempo».
Ed è stata proprio la condizione dell’abbazia di San Benedetto in Perillis a lasciare l’amaro in bocca alle due ragazze. Sia il borgo sia la Chiesa sono di fattezze medioevali. Dopo il sisma, di fatti, l’intero centro storico è stato dichiarato inagibile e chi vi possedeva un’abitazione è stato costretto ad abbandonarla. «Il nostro paese – spiegano ancora – non è stato incluso nel cratere sismico e questo rende molto difficile reperire risorse per l’attuazione di interventi volti al recupero».
{{*ExtraImg_203414_ArtImgRight_300x448_}}Il governo regionale ha da poco cambiato fisionomia. [i]IlCapoluogo.it[/i], assieme ai due difensori del luogo del cuore, lancia un appello alla nuova classe dirigente: «Speriamo che si sensibilizzi e che si trovino i giusti mezzi per il ripristino e la valorizzazione di centri di importanza storica e culturale danneggiati dal sisma, come il nostro ad esempio. È importante che si comprenda come il recupero di questi luoghi sia importante ai fini della salvaguardia dell’identità delle popolazioni locali, già minata dal progressivo spopolamento in atto da diversi anni».