
Bambini con disturbi dell’attenzione, iperattività e impulsività da seguire con sempre maggiore professionalità da parte degli operatori sanitari e, soprattutto, con nuove cure farmacologiche, farmaci a rilascio prolungato che riducono i disturbi nell’arco dell’intera giornata, migliorando la qualità di vita del bambino e dei familiari. Si tratta di pazienti con un’età che va da 0 a 18 anni, con problematiche complesse che comportano, oltre alla patologia in sé, un notevole travaglio e impegno dei genitori.
È nato da queste premesse l’evento di formazione professionale della Asl provinciale dell’Aquila, “[i]La presa in carico dei bambini con ADHD[/i]” (acronimo che sta per deficit di attenzione, iperattività, impulsività), che si è svolto nei giorni scorsi all’ospedale San Salvatore dell’Aquila, curato dalla dottoressa Maria Pia Legge, direttore dell’Unità operativa complessa di Neuropsichiatria infantile.
La giornata formativa ha richiamato la partecipazione di 70 operatori sanitari, provenienti anche da altre Regioni. L’obiettivo del corso è stato quello di fare il punto sulle cure, con interventi di diverso tipo, quali trattamento farmacologico, riabilitativo, educativo, psicoterapeutico e migliorare il livello di conoscenza e preparazione degli operatori del settore.
Entrando nel merito della problematica, c’è da sottolineare che la prevalenza in età scolare è stimata dal 3 al 7 per cento, è più frequente nel sesso maschile, può dipendere da più fattori.
La diagnosi è clinica, formulata in base a criteri comportamentali. L’osservazione assume una particolare importanza: i disturbi del bambino devono essere presenti almeno in due contesti di vita abituale (a casa, a scuola, in attività sportive e /o ludico-ricreative.
«Gli aspetti caratterizzanti il disturbo – ha spiegato la Legge – sono rappresentati dal modo in cui il bambino entra nella stanza (irruente), investe lo spazio (caotico), si rapporta all’oggetto (frenetico), aderisce alle proposte dell’esaminatore (superficiale), si impegna nel compito (discontinuo), resiste alle distrazioni (inadeguato). Frequentemente, oltre ai problemi tipici elencati, si trovano associati disturbi su condotta, relazione, linguaggio, apprendimento, ansia, epilessia, tic, altri quadri neurologici».
In provincia dell’Aquila sono 140 i casi ufficiali che riguardano soggetti da 0 a 18 anni. «In realtà – ha proseguito la dottoressa – il dato ufficiale è sottostimato poiché esiste un ‘sommerso’ che resta al di fuori delle rilevazioni in quanto non portato all’attenzione delle strutture sanitarie, magari per pudore dei familiari o per altre ragioni».