
di Gioia Chiostri
La storia non si fa con i se e con i ma, senza dubbio. Essa si costruisce con la determinazione di un’idea, la schiettezza di un’azione, l’identità con una comunità di appartenenza. Ieri, 2 giugno 2014, nella città capofila marsicana, i se e i ma sono stati adombrati dalla bellezza di un’affermazione: il popolo italiano deve tornare a trovare quel legame speciale con la propria bandiera, quel rispetto reciproco, per cui tante vite furono date al rogo della violenza.
{{*ExtraImg_203899_ArtImgRight_300x192_}}Alla presenza del prefetto dell’Aquila Francesco Alecci, del sindaco di Avezzano Gianni Di Pangrazio, del consigliere regionale Peppe Di Pangrazio, degli assessori del Comune di Avezzano De Angelis e Petricola, del presidente del Consiglio comunale Di Berardino, delle associazioni combattentistiche tutte e dei sindaci di Canistro, Capistrello, Luco Dei Marsi e Aielli, è stato ricordato un compleanno unico nella storia d’Italia, «forse il più importante», come ha detto il presidente di Assoarma Maddalena.
Una lunga bandiera tricolore, sorretta dai volontari della Misericordia e delle altre varie associazioni senza scopo di lucro di Avezzano, ha ‘sfilato’ per la città, destando i sorrisi di molti passanti. La gente ferma sui cigli della strada ha guardato avanzare il corteo così composto, ricco di pennacchi, medaglie al valore civile e militare, divise, spade e ‘sparvieri’ sui petti di molti. La sfilata si è proposto l’obiettivo di ritemprare, senza dubbio, un poco quello spirito di orgoglio nazionale sopito dalle recenti vicissitudini governative.
{{*ExtraImg_203901_ArtImgRight_300x192_}}Di Pangrazio in primis, Antonino Lusi (sindaco di Capistrello) poi hanno ricordato l’immortalità e la bellezza senza tempo della costituzione italiana, forgiata dopo la diaspora della dignità messa in atto dalla dittatura fascista e imperniata su un concetto basilare: l’importanza dell’essere umano e della salvaguardia della sua libertà.
«Non si deve avere paura del cambiamento – ha detto Lusi – la prima parte della Costituzione italiana, che tanto ha seminato e tanto seminerà ancora, rimarrà intatta. La riforma renziana andrà a toccare la seconda parte, che è quella che riguarda la parte amministrativa del nostro Stato. Abbiamo, attraverso i nostri avi, attraversato molte violenze. Il mio pensiero personale va ai martiri di Capistrello, trentatré uomini uccisi senza evidente motivo. A quell’epoca, la violenza era cosa quotidiana, era giustificata dal tempo tremendo della guerra. Non dico, allora, solo di ricordare quelle vicende, ma anche di imparare da esse stesse. Oggi si festeggia chi non scelse di essere eroe ma lo divenne per caso e per amore della propria famiglia».
Forte e vigoroso l’intervento del primo cittadino di Avezzano, che ha ribadito quanto oggi fra le nuove ‘leve’ si sia perso quel senso di attaccamento ai valori nazionali, complice anche il non più obbligatorio servizio di leva.
Coinciso l’intervento del perfetto della provincia dell’Aquila Alecci. Di fronte al monumento dedicato a tutti i caduti delle due guerre, ha riaffermato con viva forza come la legalità sia l’unico insegnamento da impartire ai propri figli. «Bisogna combattere l’illegalità, la criminalità, la mafia. Queste terre sono stupende e vanno protette. La Marsica tanto ha dato in quanto a vite sacrificate, non rendiamole monumenti vuoti. Dobbiamo essere noi, [i]in primis[/i], gli esempi da seguire».
Commovente la lettura del messaggio di Giorgio Napolitano, capo dello Stato Italiano, letto ad alta voce dal prefetto stesso e indirizzato a tutti i prefetti d’Italia. Se ne riporta un frammento:
Eppure, il sunto della giornata trascorsa, può essere questo: {{*ExtraImg_203900_ArtImgRight_300x192_}}l’immagine di due giovani volontari della Misericordia di Avezzano, Gloria e Roberto, che sorreggono la vetusta bandiera nazionale, sorridenti. Un’immagine che potrebbe anche divenire immortale se solo si riuscisse a condividere il vero senso del volontariato, dell’altruismo e dell’attenzione verso l’altro, tutto entro le mura della propria patria, l’Italia.
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