
La Cgil Fp Abruzzo chiede «lo scioglimento dell’attuale CdA dell’Adsu e la ricostituzione del medesimo con componenti i cui requisiti possano maggiormente rispondere alle esigenze di funzionalità dell’ente». La richiesta emerge da una lettera inviata dal segretario della Cgil Fp Abruzzo Ferdinando Lattanzi alla Regione Abruzzo.
La scrivente organizzazione sindacale – si legge nella lettera della Cgil Fp Abruzzo alla Regione – ai sensi della legge 146/90, come modificata dalla legge 83/2000, ha proclamato lo stato di agitazione dei lavoratori dell’Adsu dell’Aquila a partire dal 14 aprile scorso.
Tale forma di protesta si è resa necessaria a causa sia delle difficili relazioni con i vertici dell’Azienda per il Diritto allo Studio Universitario le cui scelte hanno portato al blocco delle attività con gravi ripercussioni sull’erogazione dei servizi, sia delle continue segnalazioni di disagio da parte dei lavoratori, dovuto alla persistente conflittualità con i vertici medesimi».
«Nel corso delle procedure di raffreddamento presso la Prefettura dell’Aquila – si legge ancora nella lettera – la scrivente organizzazione sindacale ha sostenuto che la conflittualità fra i lavoratori dell’Adsu e il CdA è essenzialmente dovuta al caos venutosi a creare nella catena di comando, a causa della mancata riassegnazione delle proprie mansioni all’unico dirigente dipendente dell’ente, sospeso indebitamente dal CdA dal 29 marzo 2012 e reintegrato, a seguito di sentenza della Corte Costituzionale, il 17 febbraio 2014. Questa situazione ha creato grossi problemi nell’erogazione dei servizi da parte dell’Adsu, come è stato ammesso in quella sede anche da parte del presidente del CdA. A parere della scrivente organizzazione sindacale tale criticità è stata provocata dalla sciagurata scelta del CdA di sospendere dal servizio l’unico dirigente dell’ente ed assegnarne le mansioni ad un funzionario interno, scelta ritenuta illegittima anche dal Governo, che ha impugnato il provvedimento della Regione Abruzzo che ha consentito questa operazione. In sede di tentativo di conciliazione sono stati prodotti tutti i documenti con cui gli organi di controllo della Regione ritenevano illegittima la scelta operata dal CdA, tanto che la Regione Abruzzo, come ha precisato in quella sede il dottor Amoroso, in rappresentanza del servizio Politiche dell’istruzione, ha “provveduto a richiedere un parere all’Avvocatura Regionale in ordine alla ricorrenza dei presupposti di cui all’articolo 14 c.3 della L.R. 91/94 che giustificherebbero il commissariamento dell’Adsu dell’Aquila”».
«A conclusione delle procedure di raffreddamento – si legge ancora nella lettera – questa organizzazione sindacale ha sospeso lo stato di agitazione in virtù della promessa di portare nel CdA convocato per il 13 maggio successivo, la proposta di reintegro nelle mansioni del dirigente Luca Valente, promessa mantenuta dal presidente D’Ascanio, ma non approvata da alcuni membri del CdA, come evidenziato nella lettera aperta, indirizzata il 29 maggio a codesta presidenza, nella quale con un ragionamento assolutamente paradossale essi attribuiscono il disservizio dell’Adsu al dottor Valente, che loro stessi hanno lasciato a casa per due anni e chiedono a codesta presidenza di adottare il medesimo provvedimento già adottato dall’organismo di cui fanno parte e cassato dalla Corte Costituzionale, dimostrando ancora una volta di avere grosse lacune riguardo alle competenze in capo al CdA e agli organi da cui l’Adsu è controllata».
«Per quanto esposto – si legge infine nella lettera della Cgil Fp Abruzzo – la scrivente organizzazione sindacale chiede lo scioglimento dell’attuale CdA dell’Adsu e la ricostituzione del medesimo con componenti i cui requisiti possano maggiormente rispondere alle esigenze di funzionalità dell’Ente».