T-shirt Mania: la nuova (neanche tanto) tendenza dell’estate

di Marzia Ponzi
I defilè piuttosto che lo street-style parlano chiaro: la tendenza dominante è quella di indossare t-shirt in ogni occasione anche (e soprattutto) negli outfits più eleganti e ricerati. Nasce così una vera e propria t-shirt –mania. Coniugata in tutti i mood possibili quest’estate sarà quindi “lei” la protagonista dei nostri outfits, dal diurno sporty-chic, nel consueto e oramai consolidato binomio jeans e maglietta fino alla ricercata ma decisamente inusuale foggia serale in cui la azzarderemo addirittura accanto a gonne di pizzo e sandali tacco 12 con tanto di pochette gioiello.
Per molto tempo bistrattata dalle grandi case di moda perché considerata un indumento di classe B, presenza obbligatoria nei guardaroba dei teenegers di tutto il mondo proprio perché simbolo dell’abbigliamento pratico e sportivo, la famigerata t-shirt è invece negli ultimi mesi inaspettatamente riuscita a scalare velocemente la hit parade dei capi più cool di stagione.
A sdoganarla è stato Valentino proponendo un’originale e molto leziosa versione della famigerata maglietta a T , creando così un leit-motiv tra la haute e la street -cuoture , che ultimamente sembrano andare sempre più a braccetto anche grazie all’inarrestabile fenomeno dei fashion blogger.
L’idea è certamente nuova e da adito a innumerevoli interpretazioni. Le fashion addict più recidive avranno già prontamente ideato un kit fai dai te per ritoccare impolverate t-shirt vintage o le improbabili magliette xl dei propri boys.
Ma l’esordio delle tees nei look glamour è datato 1990 quando un indimenticato e imprevedibile Franco Moschino le lanciava con disinvoltura sulle passerelle di pret-à-porter . Certo le sue, erano provocatorie, con slogan inneggianti addirittura la chiusura del fashion system, ma nonostante ciò fecero scuola e quelle frasi stampate a caratteri cubitali con chiaro intento sovversivo assumono quasi un valore profetico nei confronti di questo mastodontico sistema del lusso, che negli ultimi anni ha dovuto fare i conti con le concorrenziali catene low coast che attecchiscono sempre più anche nei guardaroba delle donne più ricche che potrebbero permettersi lussuosi abiti “gran firmé” ma trovano più soddisfacimento nella malia a basso costo.
Oggi come allora è sempre il defilé dell’enfant terrible a far maggior rumore. In barba a coloro che continuano a mettere il logo sempre in prima linea anche su semplici t-shirt con l’esclusivo intento di far lievitare i prezzi facendo leva sulla febbre da “marca” che, aimè, miete ancora vittime, arrivano come un ciclone magliette moschino con scritto “niente”, niente marca, niente logo, niente imitazioni.
Insomma, il messaggio è chiaro: ognuno si metta pure la t-shirt che vuole, usata, economica, riciclata, poco importa la provenienza, l’importante, quest’estate, è averne almeno una nell’armadio.