
I carabinieri del comando per la Tutela della salute hanno eseguito 78 decreti di perquisizione e sequestro in diverse province, da nord a sud, nell’ambito di un’indagine denominata ‘Lio’ e condotta dai Nas di Perugia.
L’indagine è relativa all’illecita commercializzazione di bovini infetti, con marchi auricolari contraffatti e dichiarati falsamente di razza pregiata.
L’operazione è stata condotta nelle provincie di Arezzo, Avellino, Bari, Foggia, L’Aquila, Latina, Lodi, Matera, Padova, Perugia, Pesaro Urbino, Pistoia, Potenza, Ravenna, Rieti, Roma, Siena, Terni, Torino, Verona e Viterbo.
65 INDAGATI – Sono 65 – tra allevatori (56), autotrasportatori (3) e veterinari (6) di Asl del centro sud – le persone coinvolte a vario titolo nell’indagine dei carabinieri del Nas di Perugia sulla presunta falsificazione di passaporti e marche auricolari che permetteva di introdurre sul mercato bovini di razza ed età diverse da quelle certificate dai documenti. Animali colpiti da malattie infettive, alcune trasmissibili all’uomo, subito abbattuti.
In 11 regioni – Umbria, Toscana, Campania, Puglia, Lombardia, Abruzzo, Marche, Basilicata, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte – sono state eseguite 78 perquisizioni e sequestri di bovini e allevamenti per circa due milioni di euro.
L’indagine – hanno spiegato oggi gli investigatori – è stata avviata nel 2011. Nella prima fase ha consentito di individuare il presunto traffico illecito di bovini malati. Secondo i carabinieri del Nas gli animali, nati soprattutto in aziende dell’Italia meridionale, venivano avviati alla macellazione grazie all’intermediazione di un’azienda di Perugia e di un’altra di Arezzo. Nonché di allevatori e veterinari che riuscivano a far eludere i controlli sanitari facendo apparire sani i bovini. Al termine di questa prima fase sono state sequestrate quattro aziende agricole e 500 bovini, subito abbattuti e distrutti, per un valore commerciale di due milioni e mezzo di euro. Nella seconda fase delle indagini i militari hanno ricostruito quella che ritengono la vasta organizzazione criminale con i 65 indagati. Associazione per delinquere finalizzata alla commercializzazione di bovini infetti il reato ipotizzato dalla procura di Perugia.
«NESSUN RISCHIO CONTAGIO CON COTTURA CARNE» – Il comandante, il capitano Marco Vetrulli, nel corso della conferenza stampa nella quale oggi è stata illustrata l’indagine ha comunque assicurato che viene scongiurato dalla cottura o dal congelamento della carne l’eventuale rischio contagio per l’uomo per i bovini malati al centro dell’indagine dei carabinieri del Nas di Perugia.
Dagli accertamenti è emerso che venivano vendute come pregiate, talvolta anche chianine, carni in realtà di animali di razze meticce. I militari – è stato spiegato – hanno ricostruito la filiera dei trasferimenti dei bovini da una regione all’altra. Dopo i primi 500 capi abbattuti sono ora in corso accertamenti sanitari su altri 100 animali rintracciati con la documentazione risultata irregolare.
Gli accertamenti sono iniziati tre anni fa quando scoppiarono quattro focolai tra Perugia e Todi. Le ulteriori verifiche avrebbero consentito di ricostruire i passaggi dei bovini da una regione all’altra – è stato detto – anche grazie alla complicità di alcuni veterinari. A discapito dell’ultimo acquirente che comprava gli animali credendoli di razze pregiate.
MARTINA: «INQUIETANTE SISTEMA DI CONTRAFFAZIONE DELLA CARNE» – «E’ davvero importante l’azione di contrasto portata avanti oggi dai Carabinieri del Comando per la Tutela della Salute che ha messo fine ad un inquietante sistema di contraffazione della carne». Così il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, sulla maxi operazione ‘Lio’. «Il Governo – continua il ministro – è in prima linea nella lotta ai crimini agroalimentari, come dimostra l’operazione di oggi che si inserisce in un quadro più ampio di controlli messi in campo per garantire la qualità dei cibi. Dobbiamo continuare a lavorare su questa strada senza abbassare la guardia per difendere le produzioni dai traffici illeciti che danneggiano il settore e la nostra economia. La tutela dei consumatori e dei produttori onesti è una priorità assoluta, per questo abbiamo inserito nel provvedimento Campolibero anche nuove misure per contrastare con più forza il reato di contraffazione agroalimentare».
Nell’ambito dell’operazione i Carabinieri del Comando per la Tutela della Salute hanno eseguito 78 decreti di perquisizione e sequestro nelle provincie di Arezzo, Avellino, Bari, Foggia, L’Aquila, Latina, Lodi, Matera, Padova, Perugia, Pesaro, Urbino, Pistoia, Potenza, Ravenna, Rieti, Roma, Siena, Terni, Torino, Verona e Viterbo.
LORENZIN: «PROTEGGERE IL MADE IN ITALY» – «Contrastare la contraffazione agro alimentare non significa solo difendere la nostra salute ma anche proteggere il made in Italy, le esportazioni, contribuire al miglioramento della bilancia commerciale»: è quanto ha detto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin. «Ancora una volta – ha aggiunto – l’efficace azione del Nucleo antisofisticazioni dei carabinieri ha garantito la salute e la sicurezza dei consumatori sequestrando 100 capi di carne contraffatta, nel corso della maxi operazione ‘Lio’ condotta dai Nas di Perugia, e impedendo che questa potesse mai finire sulle tavole degli italiani. Bovini meticci che venivano fatti passare per carne chianina. Il ministero ed il governo, come si sa, applicano regole rigidissime che pongono il nostro Paese in primissima fila nel mondo per quanto riguarda la difesa della qualità dei cibi, la sicurezza alimentare e quindi la tutela dei consumatori».