L’Aquila, arrestato ‘bullo’

10 giugno 2014 | 11:31
Share0
L’Aquila, arrestato ‘bullo’

Un ragazzo macedone di 22 anni è stato arrestato dalla polizia dell’Aquila su ordine di carcerazione per un cumulo di pene di 2 anni, due mesi e 16 giorni di reclusione.

I fatti contestati al ragazzo, da circa dieci anni residente in città, sarebbero stati commessi dall’aprile al novembre del 2010.

In particolare, il giovane è stato accusato di detenzione di materiale pornografico, percosse, lesioni personali aggravate, minacce aggravate, violenza e minacce a pubblico ufficiale. Reati per i quali fu deferito all’autorità giudiziaria dal personale della Squadra Mobile della questura dell’Aquila.

Questi, in sintesi i fatti. La terza sezione della Squadra Mobile dall’aprile al novembre 2010 si è trovata ad indagare su una presunta “banda di bulli” formata da ragazzi minorenni e dall’arrestato appena maggiorenne, che, «spesso armata di bastoni, con atteggiamenti prepotenti, intimidatori e rissosi», avrebbe ‘terrorizzato’ i coetanei. Dalla raccolta di informazioni, dalla visione di filmati di telecamere presenti nelle zone i cui sarebbero stati commessi i vari reati, fra cui il “Parco del Sole” e il centro commerciale “L’Aquilone”, dalla comparazione di foto e immagini e dagli appostamenti effettuati, sono stati identificati i componenti della presunta “gang” e deferiti all’autorità giudiziaria. Ma la «storia criminale» del macedone, secondo quanto riferito dagli investigatori, sarebbe iniziata già nel 2006 quando, appena quindicenne, sarebbe stato denunciato per porto abusivo di armi. Nel 2010 sarebbe stato denunciato per detenzione al fine di spaccio di sostanza stupefacente. Nel 2011 arrestato in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di L’Aquila.

Dal processo svolto è scaturita la pena di cui al provvedimento di carcerazione eseguito in questi giorni. Intanto, lo stesso macedone nel 2012 sarebbe stato nuovamente denunciato in stato di libertà per lesioni personali aggravate in danno di un coetaneo albanese.