Ambiente: «In Abruzzo 811 infrazioni»

12 giugno 2014 | 13:05
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Ambiente: «In Abruzzo 811 infrazioni»

«Sono state 811 le infrazioni accertate nel 2013 in Abruzzo, con 705 denunce e 203 sequestri per illegalità ambientale». Questi i numeri di Ecomafia 2014, il dossier di Legambiente che monitora e denuncia, come si legge in una nota diramata dalla stessa associazione, «la situazione della criminalità ambientale, che è in aumento a livello nazionale».

Il rapporto – quest’anno dedicato alla memoria di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin e del sostituto commissario di polizia Roberto Mancini, «recentemente scomparso per la malattia contratta proprio a causa delle indagini sui traffici dei rifiuti condotte tra Campania e Lazio», spiegano i portavoce di Legambiente – evidenzia ancora una volta come «reati ambientali e corruzione sono strettamente connessi».

Per Legambiente «cambia la geografia degli ecocrimini, così come mutano le strategie criminali e i modus operandi». «I rifiuti, ad esempio – spiegano i portavoce di Legambiente – non finiscono solo sotto terra, ma anche nei circuiti del riciclo in nero o del finto riciclo, i soldi incanalati nei circuiti finanziari internazionali. Ci troviamo, quindi, di fronte a una imprenditoria ecocriminale caratterizzata da un vivace dinamismo, a cui fa da contraltare l’immobilismo della politica nazionale: nel nostro Paese vige ancora una legislazione a tutela dell’ambiente del tutto inadeguata, a carattere sostanzialmente contravvenzionale».

«In Abruzzo, regione che ospita una delle più grandi vergogne industriali d’Europa, la discarica illegale di Bussi sul Tirino – afferma l’associazione in una nota – è stato riscontrato un significativo aumento delle infrazioni nel ciclo dei rifiuti che nel 2013 sono state 160; 194 le denunce e 55 i sequestri. I dati evidenziano un aumento nelle province di Chieti e Pescara, una diminuzione nell’Aquilano, mentre nel Teramano la situazione è stabile».

«La regione – aggiungono i portavoce di Legambiente – è, inoltre, interessata dall’illegalità legata al ciclo del cemento, foraggiata dal sisma del 6 aprile 2009. Le infrazioni accertate in questo ambito sono state 215 in Abruzzo (184 le denunce, 31 i sequestri), 72 delle quali si sono verificate nella provincia di Chieti, 61 all’Aquila e a Teramo, 21 nel Pescarese. Con sequestri preventivi di beni mobili, immobili e partecipazioni societarie per un valore complessivo di circa 50 milioni di euro».

«I numeri del rapporto raccontano ancora una volta come la nostra regione non sia immune da questo male – dichiara il presidente di Legambiente Abruzzo, Giuseppe Di Marco – ed evidenziano un nuovo aspetto preoccupante di queste attività, che si muovono con strategie sempre più sofisticate, camuffate di legalità che si espandono verso nuovi settori. Si auspica, sia a livello locale che nazionale, uno scatto politico in avanti per affrontare questa triste realtà finalmente con strumenti adeguati e che sappia riguadagnare fiducia e credibilità alle istituzioni. In particolare, il disegno di legge sui reati ambientali approvato alla Camera e la gestazione in Parlamento di un disegno di legge sulla corruzione sono iter necessari e a nostro avviso non piu’ rinviabili».