
di Fulgo Graziosi
Un progetto nato nel segno della negatività. Inizialmente finalizzato ad annientare e demolire quanto realizzato sul territorio. Strutture e attrezzature dissolte nel vuoto. Annullati anche tutti i contatti utili fissati a fatica nel tempo con i corrispondenti Enti di riferimento. Non è un buon segno e non ci fa neppure piacere prendere atto dello stato fallimentare di una iniziativa che, certamente più calibrata alle potenzialità del territorio, avrebbe potuto costituire uno degli elementi utili al processo di sviluppo aquilano, pesantemente penalizzato da una poco accorta politica degli investimenti regionali.
La circostanza ci potrebbe autorizzare ad affermare che l’epilogo di questa iniziativa era già scontato. Non ci piace affondare il bisturi nella ferita aperta e sanguinante. Non porterebbe al raggiungimento di alcun risultato utile. Non ci piace neppure redarguire tutti coloro che, con acredine, hanno tentato di porci all’indice, solamente perché li avevamo invitati a più attente riflessioni. Non siamo riusciti nell’intento. Questo è un vero rammarico, perché, forse, avremmo dovuto essere più tenaci e incisivi nell’affermazione di sani principi.
La polemica ad oltranza con l’Aeroporto d’Abruzzo, con la Regione, con il Ministero dei Trasporti, con l’ENAC non ha raggiunto traguardi positivi.
Anzi, ha finito per isolare ulteriormente l’Amministrazione dalle realtà politiche regionali, da possibili proficui contatti governativi, alzando ancora di molto la soglia della scarsa credibilità della municipalità. Bisognerebbe anteporre la diplomazia alle sterili polemiche. Si dovrebbero abbassare i toni della protesta per essere più persuasivi. Sarebbe meglio dotarsi di una maggiore professionalità per essere ascoltati ed esauditi pienamente, anziché perdersi in evanescenti programmazioni, prive di ogni possibile riscontro. Bisognerebbe costruire, anziché demolire. Sarebbe opportuno anche mostrare una maggiore umiltà e accettare, almeno in parte, i preziosi e gratuiti suggerimenti del prossimo.
Allo stato dei fatti occorre prendere atto che non esistono percorsi alternativi. Bisognerebbe fermarsi per riflettere attentamente sulle eventuali iniziative da intraprendere, evitando tutte quelle soluzioni che potrebbero aggravare la già precaria situazione. Sono momenti difficili. Occorre tranquillità di giudizio, coraggio e determinazione per recuperare il salvabile, ammesso che ci sia ancora qualcosa da salvare. Ci ha fatto piacere ascoltare in proposito la collimante dissertazione del consigliere Masciocco, nel corso della rassegna mattutina.
La situazione appare quanto mai grave e andrebbe risolta con immediatezza. Sarebbe quanto mai opportuno prendere in considerazione le proposte del Presidente del Consiglio comunale Benedetti, coniugandola opportunamente con le considerazioni di Masciocco. Forse si potrebbe individuare il percorso più razionale da seguire.
Restiamo, comunque, dell’idea che una positiva soluzione potrebbe essere ricercata in seno alla Regione Abruzzo, visto che il neo Presidente sembrerebbe propenso a dare una mano alle aree interne. La verifica potrebbe essere effettuata a giorni, sottoponendo a D’Alfonso una leggera modifica della legge regionale in ordine alle esistenti strutture aeroportuali regionali. Pescara non ha la possibilità di espansione.
È circondata da tutte le parti da insediamenti urbani e da infrastrutture industriali, commerciali e artigianali. Preturo, potrebbe essere l’uovo di Colombo. In questa infrastruttura potrebbero essere realizzati tutti i servizi indispensabili all’aeroporto pescarese, garantendo allo stesso un buon grado di funzionalità e la conseguente sopravvivenza anche dello scalo adriatico. L’iniziativa, oltretutto, potrebbe produrre nuovi posti di lavoro.
Questa appare una occasione unica. Se gli Amministratori si lasceranno sfuggire l’opportunità, possiamo tranquillamente tirare i remi in barca per assistere, impotenti, al degrado territoriale e regionale. Ai cittadini, però, potrebbero pretendere spiegazioni in merito alle scelte non effettuate.