Sport e integrazione, l’avventura dei calciatori somali a L’Aquila

di Adriano Cantalini
Una giornata di quelle speciali. Storica, perché L’Aquila è la prima città ad accogliere giovani esuli somali. Una piccola città che può diventare il laboratorio politico internazionale in cui lo spirito di solidarietà diventa veicolo d’integrazione e Pace fra i popoli. Pace che è un bene assoluto, di cui tutti i popoli della Terra sentono la necessità. E’ il messaggio di una giornata che ha visto 20 giovani calciatori di nazionalità somala, rifugiati politici, essere ricevuti prima dal Cus del presidente Francesco Bizzarri e poi nella sala consiliare del Comune dall’assessore allo sport Emanuela Iorio, assente il sindaco Cialente per gravi motivi familiari, per poi allenarsi, nel pomeriggio, a Centi Colella sotto la guida di Maurizio Ianni, ex giocatore e allenatore rossoblù e responsabile della scuola calcio CuSoccerschol in rappresentanza di Juventus National Academy e L’Aquila calcio, che, insieme all’avvocato Paolo Guidobaldi, il dottor Rocco Gaudioso, l’ingegner Salvatore Pacilè e il dottor Carlo Bifani, hanno reso possibile realizzare un grande gesto di amore e solidarietà verso giovani meno fortunati.
L’Aquila del post terremoto ha ricevuto tanta solidarietà e ne restituisce tanta, unitamente ad amore e affetto. Ad accompagnare i giovani somali c’erano anche il consigliere dell’ambasciata della Somalia, Awes Abukar Awes e il primo segretario dell’ambasciata della Palestina, Mohamed Rebhi.
Il primo caloroso saluto agli ospiti e agli accompagnatori l’ha fatto Francesco Bizzarri, presidente del Cus, nel corso della conferenza stampa tenutasi a Centi Colella, ricordando che quando Maurizio Ianni gli ha prospettato prima di accogliere i giovani calciatori somali e poi il progetto di una “Coppa per la Pace” riservata a rappresentative di quattro Paesi Africani e Asiatici, da svolgere il 6 aprile 2015, in concomitanza con la ricorrenza del tragico terremoto, ha con grande entusiasmo e disponibilità messo a disposizione impianti e la struttura organizzativa.
Nella sala consiliare, nel suo iniziale intervento, l’avvocato Paolo Guidobaldi ha ringraziato la città, il Cus e l’amministrazione comunale per la squisita ospitalità, l’accoglienza, la disponibilità e l’eccezionale umanità dimostrata ai giovani calciatori somali, per poi soffermarsi sul progetto della Coppa per la Pace, un’idea semplice, nata per l’esigenza di far conoscere la Somalia dopo 23 anni di guerra civile all’Italia e all’Europa, per dar modo a giovani provati dal conflitto interno di lanciare un messaggio di pace e fratellanza fra i popoli.
A seguire, i rappresentanti delle ambasciate Somale e Palestinesi, oltre ai ringraziamenti, hanno lanciato importanti messaggi. Il consigliere somalo Awes Abukar Awes, a nome del suo governo, ha ringraziato L’Aquila per l’importante opportunità che hanno dato ai loro giovani di vivere un’esperienza di grande solidarietà attraverso lo sport, veicolo importante di integrazione e pace fra i popoli, di poter studiare e crescere in Italia, con la quale la Somalia di recente ha firmato importanti accordi per l’agricoltura, il commercio e l’industria. «L’Aquila, una piccola città che può diventare il laboratorio politico internazionale, ha portato per prima la Somalia in Italia e noi porteremo questa città, che ha bisogno di rinascere e di ricostruirsi come la nostra nazione, in Somalia».
Il consigliere dell’ambasciata della Palestina, Mohamed Rebhi, dopo i ringraziamenti di rito, ha auspicato che anche i giovani palestinesi, come quelli somali, possano avere l’opportunità di uscire dalla guerra e dal terrore per essere accolti con lo stesso affetto da L’Aquila, città in cui molti palestinesi hanno completato i loro studi universitari: lo sport può aiutare a ridare la pace, la libertà, la speranza e la voglia di vivere a tanti giovani che soffrono. Ha poi ricordato il toccante gesto di solidarietà e fratellanza della nazionale campione del mondo del 1982, un gesto sportivo e umano indimenticabile, dello speciale rapporto fra il popolo palestinese e italiano, auspicando presto la fine di una dura tragedia che da molti anni stanno vivendo. «L’Aquila, la forma della città, le sue strade hanno molti riferimenti similari con Gerusalemme, saremo fieri di poter partecipare alla Coppa della Pace, condizioni permettendo, un gesto molto significativo per il nostro popolo» ha concluso, salutando, Mohamed Rebhi.
Nell’intervento a conclusione dell’incontro, l’assessore allo sport Emanuela Iorio ha sottolineato la valenza e l’importanza che il progetto ha per tutti i giovani, per il messaggio di pace e solidarietà che diffonde. «Siamo lieti di ospitare i ragazzi somali e contribuire alla realizzazione del progetto della Coppa per la Pace – ha concluso l’assessore Iorio – con la Pace si costruisce qualcosa d’importante, nelle nostre menti e nei nostri cuori l’idea e la voglia di Pace trova nello sport la possibilità di ricostruire la fratellanza, come siamo impegnati nella ricostruzione della nostra città, urbanistica e sociale, e la speranza di costruire un mondo migliore».