Abruzzo, economia tra luci e ombre

13 giugno 2014 | 18:10
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Abruzzo, economia tra luci e ombre

«L’economia continua rallentare, l’unica nota positiva è che questo rallentamento è diminuito progressivamente rispetto all’anno precedente». Lo ha detto il direttore della filiale regionale della Banca d’Italia Luigi Bettoni, commentando i dati contenuti nel rapporto ‘L’Economia dell’Abruzzo’, presentato oggi all’Aquila.

«Staremo a vedere cosa accadrà nel 2014, se ci sarà il segno della svolta tanto attesa, cosa non scontata – ha continuato – l’economia abruzzese riflette le linee evolutive dell’economia italiana, l’inversione di tendenza tarda ad arrivare. Qualche segnale positivo in Abruzzo c’è».

«Il grande problema resta la domanda interna: non ripartono i consumi delle famiglie e gli investimenti delle imprese. E a soffrire è anche il sistema del credito», ha spiegato ancora Bettoni.

Il dato più evidente del rapporto è che nel 2013 l’attività economica regionale si è ulteriormente contratta, ma ad un ritmo più contenuto rispetto al 2012. Il protrarsi della crisi ha continuato a incidere negativamente sulla redditività delle aziende, che aumentano i loro debiti e la liquidità a disposizione. Si è ridotto il numero delle imprese attive.

Cresce il tasso di disoccupazione che si attesta all’11,4% (19,7% nel Mezzogiorno, 12,2% in Italia). Le persone in cerca di lavoro sono state 63 mila, il +2,7% rispetto al 2012. Il numero di occupati è diminuito del 3,4% rispetto all’anno precedente, con punte nell’industria del -9,5% e nelle attività alberghiera, del commercio e della ristorazione pari al -10,2%. Unici settori che registrano una crescita, seppure contenuta, sono l’alimentare e i trasporti.

Soffrono le industrie orientate al mercato interno e quelle manifatturiere vedono diminuire la produzione del 2,4%, anche qui però meno però dell’anno precedente (5,6%). L’export abruzzese registra una flessione del 2,4%, meno che del Mezzogiorno (8,7%) ma più del dato nazionale (0,1%). Ma il quadro dell’export ha dei chiaroscuri: flettono del 39,8% gli apparecchi elettronici e i computer, del 35,3% i prodotti farmaceutici, del 18,1% il tessile e l’abbigliamento. Di contro crescono del 3,9% le esportazioni dei prodotti alimentari e del 19,8% quelli degli apparecchi elettrici, del 14,4% i prodotti in metallo. Per quanto riguarda l’edilizia, la produzione del comparto ha fatto registrare una diminuzione contenuta, del 1,4%, rispetto ad un tracollo nazionale del 10,9%. Ma sono sopratutto i cantieri della ricostruzione aquilana a tenere alta la media regionale, visto che nel 2013 sono stati impegnati nel cratere sismico oltre un quarto dei 585 milioni di euro di spesa stimati nel quadro pluriennale.

Brutte notizie anche dal comparto del turismo. Le presenze nel 2013 sono diminuite del 5%. Diminuisce il numero dei passeggeri dell’aeroporto d’Abruzzo (-2,7% per cento) ed anche degli automobilisti che utilizzano le autostrade (3,3%).

Secondo il rapporto di Bankitalia, i prestiti alle imprese nel 2013 sono diminuiti del 2,8%, quelli alle famiglie del 2,3%. Nel corso dell’anno sono stati erogati 271 milioni di euro di mutui, in diminuzione del 28,5%, con tassi attestati in media al 3,9%.

«Il credito bancario – ha spiegato il direttore della filiale regionale della Banca d’Italia, Luigi Bettoni – ha continuato a flettere per un duplice ordine di fattori: le aziende che vanno bene preferiscono non fare investimenti, sono ancora estremamente caute, le aziende che vanno male non riescono ad accedere al credito, perché ad essere caute sono le banche nel concedergli credito». «Le banche che non concedono prestiti non sono cattive – ha aggiunto – c’è infatti in Abruzzo un elevato tasso di sofferenza, tra i più alti in Italia, e non possono permettersi di esporsi a rischi. C’è però un segnale positivo: negli ultimi mesi dell’anno il tasso di sofferenza è in evidente diminuzione e anche qui la speranza è che si tratti di un’inversione di tendenza».

In effetti, aumenta la sofferenza dei prestiti, la quantità di denaro che le imprese e i cittadini non riescono a restituire alle banche: per le imprese l’aumento dal 6,3 al 7,1 per cento, e si riduce il tempo anche del deterioramento dei prestiti, con un indice all’11,2, uno dei peggiori in Italia.

Il reddito disponibile dalle famiglie consumatrici abruzzesi, va sottolineato, è pari a 14.700 euro, meno della media nazionale, che è di 16.900 euro.

Altro dato degno di nota è l’aumento dei depositi bancari del 3,2%, con un incremento anche dei conti correnti aperti.

«Una speranza – conclude Bettoni – sono le misure della Banca centrale europea annunciate da Draghi, di cui è assolutamente condivisibile la politica economica volta a immettere liquidità nell’economia reale».