Cinghiale soppresso, «In Abruzzo c’è arretratezza»

14 giugno 2014 | 16:21
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Cinghiale soppresso, «In Abruzzo c’è arretratezza»

«In Abruzzo si pensa solo allo sparo, che non ha risolto nulla negli ultimi 20 anni. Il problema della fauna selvatica esiste, dobbiamo imparare a convivere con gli animali perché la caccia non ha mai risolto il problema. Le strategie esistono e vanno applicate, con l’obiettivo di una convivenza armoniosa».

Così l’ambientalista abruzzese Augusto De Sanctis, della Stazione Ornitologica Onlus, intervenendo sulla questione cinghiali, all’indomani dell’episodio dell’esemplare che si è spostato tra Montesilvano (Pescara) e Pescara, in spiaggia, e che poi è stato catturato e soppresso.

«Il numero degli incontri, ormai – sottolinea De Sanctis – aumenta sempre più e quando accade bisogna comportarsi in un certo modo: è necessario fare informazione ai cittadini, preparare le persone. Sia per i danni in agricoltura sia per gli incidenti da fauna selvatica l’unica strada è la prevenzione».

«Per i danni in agricoltura – spiega l’ambientalista – si possono prevedere i recinti elettrificati, che in Africa bloccano efficacemente anche gli elefanti. Per gli incidenti bisogna segnare i punti degli scontri ed intervenire in quelli di maggiore concentrazione, indirizzando gli animali verso sottopassi o sovrappassi. Ma esistono anche i sensori che avvertono della presenza di un animale».

«La Regione due anni fa ha predisposto un bando da 2,5 milioni di euro nell’ambito del Psr per recinzioni elettrificate: sono arrivate risposte per un milione e mezzo, il resto è tornato indietro. Questo perché gran parte degli agricoltori non ne sapeva nulla. In Abruzzo – conclude De Sanctis – solo arretratezza».