Il rugby aquilano cresce

16 giugno 2014 | 13:17
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Il rugby aquilano cresce

di Marcello Spimpolo

Si è conclusa ieri con la promozione del Paganica Rugby in Serie B la stagione agonistica 2013/14 del rugby aquilano.

Lo splendido risultato dei rossoneri di coach Rotellini, sconfitti nella finale di ritorno per 26 a 22 a Livorno ma vincenti nel doppio confronto, aggiunge un importante tassello a quello che sarà il quadro delle squadre aquilane nella prossima stagione di campionato:

L’Aquila Rugby tornata in Eccellenza;

la Gran Sasso Rugby che, al suo primo anno di Serie A, va oltre ogni aspettativa dominando il girone d’andata e concludendo il campionato con un ottimo quinto posto. Permane in Serie A e, stante la riforma dei campionati che porta ad avere una unica Serie A, la Gran Sasso passa dal girone B al girone A.

– il Paganica Rugby che fa un doppio salto dalla C2 alla B;

– il CUS L’Aquila Rugby e L’Aquilarugby neroverde in serie C.

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Se da un punto di vista tecnico, possiamo parlare di una stagione trionfale, le dolenti note arrivano quando si va a toccare l’aspetto economico.

Tralasciando per il momento la situazione delle due Società di C, proviamo a ragionare sulle altre tre.

Sappiamo tutti delle grosse difficoltà dell’Aquila Rugby.

Giocatori, tecnici, personale dello staff e ufficio stampa non prendono soldi ormai da mesi.

I giocatori, che hanno ottenuto i risultati sul campo, hanno cercato di farsi sentire anche fuori dallo stesso per far valere le proprie ragioni economiche.

Sono scesi in campo con delle t-shirt in cui richiamavano ai propri impegni i soci del sodalizio neroverde e, nell’ultima parte della stagione, hanno portato al centro dell’attenzione del mondo sportivo e non solo, la loro situazione tramite l’iniziativa #savelaquilarugby.

Al momento i soci hanno rispettato in parte l’impegno preso con i giocatori prima della finale ed hanno versato 50 mila euro, l’equivalente di una mensilità e mezzo a giocatore.

Ma l’impegno dei soci, a saldare quanto dovuto, è stato preso in un accordo sottoscritto con l’AIR, l’associazione dei rugbisti, e la FIR, la federazione italiana Rugby.

A settembre, infatti, quando la squadra verrà iscritta al nuovo campionato di Top Ten riceverà dalla Fir un contributo di 170 mila euro che sarà gestito dall’AIR per il saldo di quanto dovuto ai giocatori professionisti.

Intanto si è attivata l’ultima iniziativa di crowdfounding, raccolta fondi popolare, messa in campo dall’associazione CoRolo Preturese, che seguiremo con attenzione.

La Gran Sasso Rugby sembra non avere gli stessi problemi economici dei neroverdi.

Una gestione oculata delle ancorché poche risorse a disposizione, la mancanza di debiti pregressi ed i costi più contenuti dei campionati svolti finora hanno permesso alla compagine grigiorossa di restare in linea di galleggiamento.

Ma già quest’anno sono arrivati segnali di sofferenza nella ricerca di sponsor e finanziamenti.

A queste si è ora aggiunto il Paganica Rugby che in Serie B avrà bisogno di ben altro budget rispetto a quello di quest’anno.

Stante queste premesse, è allora giunto il momento di far vedere di che pasta sono fatti i dirigenti di queste realtà sportive.

Di fare un salto di qualità.

E’ questo il momento in cui la collaborazione tra Società, piuttosto che la cura del proprio orticello, possa fare la differenza, sia sul piano sportivo che economico.

Aprire adesso ad una fase di condivisione dei progetti sportivi, magari con uno scambio verticale di giocatori può portare ad una crescita tecnica collettiva ed anche ad un importante risparmio di tipo economico.

L’alternativa sarà probabilmente solo la disperata caccia allo sponsor, magari tramite l’appoggio del politico di turno, una a scapito dell’altra, una vera guerra fratricida insomma, che, vista la situazione economico-finanziaria del nostro territorio, avrà di sicuro uno sconfitto: il rugby aquilano.