
Presunte mazzette nell’ambito della ricostruzione post-terremoto per accaparrarsi appalti per il recupero di beni culturali ed ecclesiastici nel centro storico dell’Aquila.
Polizia e Guardia di finanza stanno eseguendo cinque ordinanze di custodia cautelare – due in carcere e tre ai domiciliari – nei confronti di un funzionario del Mibac, di un professionista e di tre imprenditori. I reati contestati, a vario titolo, sono corruzione, falso, turbativa d’asta, millantato credito ed emissione e utilizzo di fatture inesistenti.
L’inchiesta che ha portato ai cinque provvedimenti all’Aquila ruota intorno alla figura dell’ex vicecommissario ai Beni culturali alla ricostruzione Luciano Marchetti e alla funzionaria del Mibac Abruzzo, Alessandra Mancinelli. Con loro la Procura aquilana ha ottenuto gli arresti anche per gli imprenditori Nunzio Massimo Vinci, Patrizio Cricchi e l’aquilano Graziano Rosone. Ruolo chiave era quello di Marchetti, che si sarebbe firmato degli incarichi da progettista mentre era ancora in carica come vicecommissario.
Al centro dell’inchiesta la ricostruzione di due importanti chiese distrutte dal terremoto: Le Anime Sante in Piazza Duomo e Santa Maria Paganica. Le indagini hanno riguardato il biennio 2012/2013 e sono in corso al momento circa 20 perquisizioni in tutta Italia.
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IN CARCERE LA MANCINELLI, AI DOMICILIARI MARCHETTI – Le persone finite in carcere nell’ambito dell’operazione, secondo quanto si apprende, Massimo Nunzio Vinci e Alessandra Mancinelli. Quest’ultima funzionario dipendente della Direzione regionale dei Beni culturali e paesaggistici per l’Abruzzo. Ai domiciliari è finito Luciano Marchetti, ex direttore generale dei Beni culturali e Paesaggistici per l’Abruzzo, già vice commissario alla ricostruzione post-terremoto per i beni culturali; Patrizio Cricchi e Graziano Rosone, indagato per millantato credito.
In attesa degli atti ufficiali da parte degli inquirenti, il ministero di Beni Culturali e Turismo (Mibact) ha predisposto la sospensione immediata dal servizio per la dipendente Alessandra Mancinelli e l’avvio di un procedimento disciplinare. Lo si apprende da fonti del ministero che annunciano anche l’avvio di una indagine amministrativa sulle vicende dell’Aquila, atto che, per prassi, rappresenta il primo passo in vista dell’eventuale costituzione in giudizio.
LE INDAGINI – L’operazione che ha portato ai cinque arresti è scattata su disposizione della Procura dell’ Aquila. Le ordinanze sono state emesse dal gip Giuseppe Romano Gargarella.
I provvedimenti in corso di esecuzione sono il risultato di una complessa e lunga indagine sulle procedure che riguardano la ricostruzione e il consolidamento di alcuni beni ecclesiastici e di altri beni culturali di particolare rilievo storico-artistico nel centro storico del capoluogo abruzzese, gravemente danneggiati dal terremoto del 6 aprile 2009.
Una prima fase c’era già stata nei mesi scorsi con l’iscrizione nel registro degli indagati di alcuni imprenditori, professionisti e funzionari pubblici.
L’attività investigativa, coordinata dal procuratore della Repubblica Fausto Cardella e dai sostituti Antonietta Picardi e David Mancini, è stata svolta congiuntamente dal Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza e dalla Squadra Mobile della Questura dell’Aquila.
Il Questore Vittorio Rizzi ha voluto complimentarsi con la Magistratura inquirente e con gli investigatori della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza dell’Aquila per l’operazione svolta. «Voglio complimentarmi – ha detto – per l’attività svolta in perfetta sintonia dal personale della Squadra Mobile e del Nucleo Polizia Tributaria dell’Aquila, che ha consentito di mettere in luce illecite condotte poste in essere da imprenditori, liberi professionisti e pubblici funzionari nella ricostruzione del patrimonio della Curia Aquilana. L’eccellente lavoro della Magistratura e delle Forze di Polizia dimostra l’attenzione degli inquirenti al delicato tema della ricostruzione e l’efficacia dell’azione di contrasto indispensabile per assicurare il corretto rispetto delle regole».
Complimenti e ringraziamenti anche da parte del Primo cittadino dell’Aquila Massimo Cialente. «A nome mio personale, dell’intera municipalità e di tutte le aquilane e gli aquilani – scrive il sindaco in una nota – ancora una volta voglio ringraziare, per il loro prezioso e continuo lavoro, la magistratura e tutte le forze dell’ordine.
Fermo restando che spetterà ai magistrati stabilire le responsabilità o l’estraneità di coloro che, di volta in volta, vengono indagati, è fondamentale che, a fronte dell’improbo compito di ricostruire una città capoluogo di regione, tra le più ricche di monumenti, chiese ed edifici storici d’Europa, vigilare, prevenire, ma, soprattutto, individuare ogni tentativo di corruzione, malaffare o spreco di risorse, è deciso e d’importanza fondamentale. Direi che è, anche e soprattutto, un dovere etico e morale.
L’Amministrazione comunale riconferma la più totale fiducia dei tutori della legalità e ribadisce la massima collaborazione nell’espletamento del loro lavoro.
Tutti insieme lo dobbiamo non solo agli aquilani, ancora sofferenti, ma soprattutto all’Italia».
LE REAZIONI:
SEL: «ISTITUIRE COMMISSIONE D’INCHIESTA SULLA RICOSTRUZIONE» – «Gli ultimi arresti “eccellenti”, a seguito delle indagini sulla ricostruzione delle chiese dell’Aquila, confermano la giustezza della proposta di Sel di istituire una Commissione d’Inchiesta sulla ricostruzione post terremoto in Abruzzo. Ora più che mai è necessario sostenere l’opera della magistratura e appurare al più presto la verità per permettere a quel territorio di ripartire e superare definitivamente, a distanza di tanti anni, la fase post terremoto». Lo affermano il deputato abruzzese di Sel Gianni Melilla e il capogruppo di Sel a Montecitorio Gennaro Migliore.
PEZZOPANE: «POTENZIARE I CONTROLLI. NORME PIÙ SEVERE NEL NUOVO TESTO DI LEGGE» – «Dovremo potenziare i controlli per impedire che si ripetano ancora episodi di malaffare sulla ricostruzione dell’Aquila. Nel testo legislativo per la ricostruzione, che sto predisponendo, ci saranno norme più stringenti per assicurare controlli severi». È quanto afferma la senatrice Stefania Pezzopane, alla luce della nuova ondata di arresti di stamani per tangenti sui beni culturali.
«Non esiste un sistema L’Aquila, come hanno ribadito gli inquirenti. Ci sono tuttavia forti interessi che cercano di speculare e di trarre illeciti vantaggi dove circola denaro. Mi auguro che le indagini, ancora in corso, facciano luce su tutti gli aspetti di questa delicata vicenda. È chiaro che bisogna spezzare le catene del malaffare e prevedere norme più rigide per prevenire fenomeni di corruzione, ma nel contempo bisogna rafforzare il sistema normativo per impedire che vadano in porto azioni di lobby per bypassare le regole della ricostruzione.
Un ringraziamento particolare va agli inquirenti e alle forze dell’ordine, che hanno condotto un ottimo lavoro di squadra, indispensabile per l’esito finale delle indagini».
UILBACT: «NESSUNA SORPRESA» – «Gli arresti di oggi non colgono di sorpresa la Uil che nel corso degli anni ha sempre denunciato i rischi e la gestione dell’emergenza terremoto con i sistemi degli interventi commissariali».
Lo sottolinea la segreteria nazionale Uil Beni Culturali, che punta il dito sull’atteggiamento del ministero dei beni culturali «che ha sempre sottovalutato le segnalazioni e le denunce della Uilbact. «Quando noi abbiamo a più riprese segnalato la gestione che veniva fatta dall’ex Vice Commissario Marchetti – scrive la segreteria nazionale del sindacato – la risposta che veniva da ambienti ministeriali era sempre la stessa, era un intoccabile».
Peraltro, aggiungono dalla Uil, «abbiamo la sensazione che questa sia solo la prima fase di un lavoro intelligente che stanno facendo i magistrati e le forze di Polizia poiché c’è da verificare anche la gestione del post sisma».
E conclude: «Sarebbe opportuno che venissero fatti anche accertamenti patrimoniali su quanti a diverso titolo si sono occupati della ricostruzione».
LEONE: «RISCHIO DI TANGENTI OVUNQUE» – «Neanche i beni culturali, patrimonio della nostra identità, sono esenti da una speculazione senza scrupoli. L’aspetto che colpisce e rammarica di più, nella vicenda degli arresti dell’operazione Betrayal, è proprio l’assenza di controllo sociale, l’impossibilità della comunità di vigilare sul nostro patrimonio artistico».
Lo dichiara l’assessora alla cultura del Comune dell’Aquila, Elisabetta Leone.
«Alla luce di quello che è emerso nel corso delle indagini, c’è anche un altro elemento su cui riflettere. Sebbene non ci sia un sistema L’Aquila, esiste tuttavia un nesso inscindibile tra il sistema di sviluppo economico e il malaffare. Legame che purtroppo è diventato strutturale nell’intero paese e investe trasversalmente diversi settori, l’edilizia, i grandi appalti, così come le commesse del settore farmaceutico sanitario. In sostanza dove circolano grandi capitali c’è il rischio di tangenti e di speculazione affaristica. Questo è un fenomeno inquietante, su cui la politica dovrebbe interrogarsi e riflettere, per rivedere se il commissariamento, come sistema di velocizzazione delle procedure burocratiche, sia il più adatto per azioni di governo trasparenti e nel rispetto della legalità».
TRIFUOGGI: «COMUNE E GOVERNO HANNO COSTITUITO UN ARGINE, PERO’…» – «Un plauso all’encomiabile lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine che, ancora una volta, hanno dimostrato quanto sia elevato il livello di controllo sul processo di ricostruzione. Concordo con gli inquirenti circa il fatto che non vi sia un “sistema L’Aquila” ma, indubbiamente, dobbiamo tenere alta l’attenzione».
Commenta così le vicende odierne il vice sindaco con delega alla Trasparenza Nicola Trifuoggi, già procuratore capo all’Aquila e a Pescara.
«Non si può parlare di sistema – ha proseguito Trifuoggi – dal momento che emerge con chiarezza, da quanto reso noto circa gli atti di indagine, che non solo non vi è alcun coinvolgimento delle istituzioni ma, al contrario, il Comune dell’Aquila e il Governo hanno anzi costituito un argine e un ostacolo rispetto alle condotte illecite dei soggetti convolti. Tuttavia emergono aspetti di notevole rilevanza penale, dal momento che si tratta di fenomeni corruttivi, ancorché frammentari e non organizzati in un sistema. Per questa ragione occorre continuare a vigilare – ha aggiunto il vice sindaco – ed è necessario che istituzioni, magistratura e forze dell’ordine collaborino strettamente per perseguire e prevenire eventuali condotte illecite, così da garantire al processo di ricostruzione la giusta continuità, al riparo da qualsiasi ombra o sospetto, sia agli occhi dei cittadini aquilani che della nazione».