Sette consiglieri per le aree interne

17 giugno 2014 | 10:46
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Sette consiglieri per le aree interne

di Gioia Chiostri

Preoccupato dagli ultimi dati di Bankitalia sulle aree interne, il Sindaco di Avezzano prende carta e penna e scrive ai sette eletti al Consiglio regionale della Provincia dell’Aquila: Lorenzo Berardinetti, Maurizio Di Nicola, Giuseppe Di Pangrazio, Andrea Gerosolimo, Emilio Iampieri. Pierpaolo Pietrucci e Gianluca Ranieri. Ai sette, il Sindaco del Capoluogo della Marsica chiede un rinnovato impegno per le aree interne, sempre più in crisi e sempre più svantaggiate rispetto alle aree costiere.

«In un momento così delicato e complesso della vita del Paese, e della nostra regione in particolare scossa da una crisi ancora più evidente sotto il profilo della crescente disoccupazione – scrive il Sindaco – la provincia interna ha bisogno di mettere in cantiere progetti di sviluppo forti e condivisi, nel quadro di un rinnovato senso civico che sappia anteporre i bisogni reali della gente agli interessi dei campanili e delle appartenenza partitiche».

Il Sindaco chiede ai consiglieri eletti di saper superare le appartenenze partitiche e di remare tutti nella stesa direzione: creare lavoro e sviluppo, far contare di più le aree montane nella nuova Regione a guida D’Alfonso, questi gli assunti. «Tutti insieme, coinvolgendo società civile e categorie produttive – continua nella sua lettera Gianni Di Pangrazio – dobbiamo da subito avviare una cooperazione istituzionale che abbia a cuore non già interessi egoistici e particolari, bensì i problemi reali del territorio. La Regione deve rimettere al centro della sua agenda politica il rilancio delle aree interne, trascurate da almeno un ventennio. Rilancio delle aree interne che non avverrà da solo, né avverrà in assenza di una significativa ed unitaria spinta del territorio. Da soli non si va da nessuna parte, dobbiamo giocare in squadra, agire secondo una logica di priorità di programma e di alleanza coinvolgendo su obiettivi comuni i territori limitrofi ed omogenei oltre che collaborare sui grandi temi con il Governo centrale e le istituzioni europee».

E qui il Sindaco di Avezzano abbozza la sua ricetta di politica economica: «Ciascun attore deve avere un ruolo che deriva dalla valorizzazione delle sue competenze e delle sue specificità. L’Aquila deve, anzitutto, tornare ad essere pienamente la città capoluogo, dopo la devastazione del 2009 ed essere quindi rapidamente ricostruita, valorizzare le sue funzioni urbane di città di servizi, città della ricerca, della scienza e dell’Università. Sulmona, vivacissimo centro artistico e culturale, deve puntare sulle produzioni agricole di nicchia e soprattutto sul turismo, sfruttando la sua posizione baricentrica rispetto ai grandi parchi naturali della Majella e d’Abruzzo. La Marsica deve trovare la naturale vocazione nella specializzazione della filiera agroalimentare: riappropriarsi del valore aggiunto del territorio a partire dalla produzione, per continuare con la commercializzazione e la trasformazione industriale».

Da non trascurare, poi, la salvaguardia dei presidi e dei servizi sanitari (contro il progetto della ASL unica AQ/TE), l’apertura di strutture logistiche fondamentali per l’intera Provincia come l’Interporto di Avezzano (chiuso da oltre dieci anni), gli investimenti sulla ferrovia Pescara-Avezzano-Roma (che oggi versa in uno stato di quasi abbandono) o il grande problema della depurazione delle acque. L’elenco delle priorità è lungo ma certamente lo sviluppo delle aree interne si può fare, scrive il Sindaco «se lavoriamo in squadra ed in una logica di specializzazione funzionale e di esaltazione delle vocazionalità di ciascun comprensorio».

E poi un richiamo forte, quasi una presa di posizione, nei confronti di D’Alfonso: «La posizione di centralità di un’area vasta come la Provincia dell’Aquila – sottolinea il Sindaco – non può essere né negata né discussa, e pertanto condividerete con me l’assoluta urgenza di aprire immediatamente un tavolo di confronto con il nuovo esecutivo regionale sulle troppe questioni irrisolte».

Insomma Gianni Di Pangrazio vuole aprire immediatamente un tavolo di confronto con il neo presidente della regione per invertire il declino delle aree interne. Ci vuole coesione, volontà politica ed una classe dirigente regionale all’altezza del compito e consapevole del proprio ruolo.

Si potrà fare? Soprattutto, si vorrà fare da parte di una Regione da decenni costacentrica?

Vedremo come risponderanno gli eletti. Di Pangrazio vuole davvero farlo e vuole farlo con tutti gli eletti della Provincia.

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