
«Ho una convinzione ormai: senza complicità nelle istituzioni è difficile delinquere». Lo ha detto il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, commentando la considerazione dei cronisti sul coinvolgimento di imprenditori e dirigenti pubblici nell’ultima bufera giudiziaria nella ricostruzione post-terremoto che ha portato ieri all’arresto di cinque persone per presunte tangenti negli appalti per il recupero di chiese e monumenti.
«Il problema non è solo la politica, ma la dirigenza pubblica e la cosiddetta parapolitica – ha continuato Cialente – questo sta dimostrando il Paese. Ma per quanto riguarda L’Aquila sono sereno; con le regole chiare e certe si può contrastare il fenomeno, per questo ho scritto a Napolitano citando il tentativo della Curia di diventare soggetto attuatore negli appalti per le chiese, temevo che potesse succedere tutto questo».
Nel ringraziare la Procura della Repubblica e le forze dell’ordine per il lavoro che stanno facendo, Cialente si è dimostrato comunque ottimista per il territorio aquilano e per il cratere del terremoto perché «abbiamo creato una fitta rete che può contrastare questi fenomeni che ci sono e sono tanti, però l’importante è che tutto sia passato al setaccio, al quale collaborano non solo le forze dell’ordine e la magistratura, ma anche gli enti e le altre istituzioni e in questo senso il Comune sta facendo il suo con una grande azione di trasparenza e legalità».
«Bisogna continuare a lavorare guardando con attenzione la ricostruzione privata che sta nascondendo sacche di illegalità», ha aggiunto il Primo Cittadino. «Nella ricostruzione privata sto notando una grande voracità da parte di qualcuno – ha spiegato Cialente – Servono anche in questo caso regole certe e chiare per assicurare percorsi legittimi e lavori all’altezza della situazione. Non è che per evitare che si vada veloci in macchina non bisogna costruire le autostrade, bisogna far rispettare le regole. Lo dobbiamo agli aquilani, ma soprattutto agli italiani».
«Bisogna continuare in questa attività di prevenzione e se necessario alla repressione come è accaduto nel caso dell’ultima inchiesta», ha concluso il sindaco.