
di Valter Marcone
“[i]Terra, terra . . .[/i]” è il grido di salvezza dei naufraghi, ma anche annuncio di scoperta, invocazione per una condizione umana e sociale di riscatto. E ancora, un modo di dire per indicare la semplicità e l’essenzialità.
Terra, punto di ancoraggio di un cammino a tappe al quale fanno riferimento metaforicamente le poesie che seguono nella pubblicazione settimanale. Il percorso, dunque, su una terra dell’anima a volte rigogliosa, a volte brulla, silenziosa o piena di voci, in sostanza il cammino della vita che di questa terra non può fare a meno, della vera vita che è tale quando diventa racconto che va oltre se stessi.
Lungo è il giorno
Prato celeste che tardi
a fiorire
di tarde stelle, di gemme
lucenti
lungo è il giorno
e il rumore dell’orologio
è un tarlo
che non divora solo il legno.
Tutto stelle il cielo stasera
e una luna che nasce
per specchiarsi nelle finestre
spente.
Uno sguardo ai calendari del sogno.
Uscire di casa.
E non portarsi dietro le chiavi.
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