
Il diritto di credito non può prevalere su quello alla salute. Lo ha stabilito il giudice del lavoro del Tribunale di Sulmona, Ciro Marsella, accogliendo il ricorso d’urgenza del Tribunale per i diritti del malato in difesa di una donna sulmonese a cui la Asl aveva bloccato la tessera sanitaria perché morosa.
Il giudice ha ordinato alla Asl di riabilitare la tessera sanitaria e di erogare gratuitamente sia gli esami urgenti richiesti dal medico di base, sia tutti gli esami necessari per la cura della patologia per la quale è stata rilasciata la tessera di esenzione ticket.
Il giudice ha condannato la Asl, anche a pagare le spese processuali. Una sentenza che apre le porte ad altre decine di migliaia di ricorsi in tutt’Italia visto che nella sola Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila sono più di 1700 i cittadini ai quali l’aziende sanitaria ha bloccato la tessera.
«Abbiamo cercato un colloquio con la Asl cercando di risolvere il problema al di fuori delle aule giudiziarie – afferma l’avvocato Catia Puglielli che ha curato il ricorso – non è stato possibile per l’ostinatezza dell’azienda nel voler proseguire nella sua azione. Abbiamo ribadito il principio della Corte Costituzionale di ragionevolezza per cui non può essere inibito l’accesso a una prestazione sanitaria né bloccata una tessera sanitaria perché il diritto alla salute e alla cura non può essere violato per un diritto di credito».
«Riteniamo che un diritto di credito – conclude l’avvocato Puglielli – dovrebbe essere, come succede per tutti i cittadini italiani, accertato giudizialmente. Il cittadino deve essere posto in condizioni di poter replicare allo stato perché in alcuni dove ci sono stati errori, dopo di che è possibile attuare le conseguenze previste normativamente».