Licenziamenti Aleandri Bricolage: «Decisione sofferta»

«In risposta alla nota della Filcams Cgil L’Aquila relativa alla decisione dell’azienda Aleandri Bricolage di procedere al licenziamento di 4 unità (su un totale di 32) giova puntualizzare che la sofferta decisione non è frutto di frettolose considerazioni, ma è maturata dopo diversi mesi nei quali le motivazioni economiche hanno avuto un peso via via più pressante». E’ quanto si legge in una nota diffusa dai portavoce di Aleandri Bricolage srl e di seguito pubblicata integralmente.
«L’azienda Aleandri, nota alla città dell’Aquila – si legge nella ancora nella nota – ha operato sempre credendo e investendo nel capitale umano, nella formazione e non nel sistema speculativo e parassitario. Già dalla fine dell’anno 2012 si preannunciava un bilancio aziendale con forti perdite dovute all’aggravarsi della crisi economica oltre agli effetti post sisma e i risultati della gestione 2013 appesantivano ancor più le difficoltà che rendevano inutile proseguire senza trovare soluzioni idonee e di ciò venivano edotti i lavoratori tutti.
Da gennaio 2014, sempre nell’ottica del riduzione e/o contenimento dei costi, si procedeva a ridurre l’orario di lavoro da 40 a 38 ore settimanali, mantenendo inalterate le retribuzioni mensili e facendo leva sull’utilizzo dei rol (ore contrattuali di riduzione dell’orario di lavoro) e permessi già maturati. Questo tentativo non sortiva effetti tanto che il primo trimestre confermava l’inesorabile trend negativo con ulteriore aggravamento delle perdite. Di conseguenza bisognava ricorrere a soluzioni più radicali quali la riduzione di personale: ecco che nel mese di aprile scorso viene avviata la relativa procedura di licenziamento delle 4 unità ultime assunte con i criteri previsti nella fattispecie, quali la data di assunzione e i carichi familiari a parità di livelli di inquadramento. La avviata procedura veniva sospesa sino alla metà di maggio nel tentativo di cercare soluzioni alternative: la richiesta di applicazione del contratto di solidarietà da parte sindacale, poi prospettata anche dalla Commissione di Conciliazione, non avrebbe apportato la diminuzione di costi sperata anzi avrebbe comportato ulteriori pesi sia finanziari che organizzativi per cui nella riunione del 17 giugno scorso si ratificava il mancato raggiungimento di accordo e, quindi, la decisione di procedere con i licenziamenti da parte aziendale».
«E’ facile – conclude la nota – proclamare soluzioni alternative valutando a tavolino riflessi sia economici che organizzativi che non trovano riscontro nelle effettive realtà aziendali».