
di Gioia Chiostri
Si chiamano Valentina Di Marco, Naomi Frezzini e Alessandra Felli. Questa è la loro storia. Una storia più che comune, in realtà, annodata ad avventure libresche e interrogazioni disputate. Vergata, magari, in tanti di quei diari di scuola, per l’esattezza 12 mila nel solo Abruzzo, che raccontarla di nuovo suona sia abitudinario che eccessivo. Eppure, un articolo dovrebbe sempre essere eccessivo, perché solo con più forza si incastona nella pietra una goccia fragile di rugiada e solo con l’abitudine di una favola si educa il bambino a seguire i suoi insegnamenti.
Il racconto parte da una meta – la Maturità – e procede alla rovescia, narrando prima il traguardo e solo in un secondo momento il proclive vincitore.
Tre scuole diverse, segnatamente un Liceo Classico (il Torlonia) per Valentina, un Istituto per il Turismo (‘Argoli’ di Tagliacozzo) per Naomi e un Liceo Scientifico (il Pollione) per Alessandra. La maturità, questa peste maledetta, che ha ucciso nervi, sogni ed elucubrazioni, ha fatto piazza pulita anche quest’anno, rintanando in casa migliaia di studenti maturandi e disseminando paura e ansia da prestazione.
{{*ExtraImg_206700_ArtImgRight_281x500_}}L’esame di Stato, risulta essere, però, anche un «rito di passaggio», come si affretta ad affermare Valentina, che allaccia due tempi chiave per le nuove generazioni, quali il destino da fabbricare e un trampolino preconfezionato, assegnato dal percorso superiore di studi di riferimento.
A metà fra l’inizio e la fine di questa avventura, le tre ragazze hanno deciso di rivelare le loro impressioni. Serene, hanno guardato la Maturità in faccia e nessuna delle tre si è fatta prendere dal panico. «Già di carattere io sono molto tranquilla – ha detto Valentina – perciò ho svolto le prime due prove molto serenamente, e, devo dire, che non ho potuto fare a meno di sorridere felice quando invece di Aristotele e Platone ci è toccato in sorte Luciano. La poesia di Quasimodo, invece, mi ha spiazzata. Io, da brava studentessa di lettere classiche, avrei, forse, dovuto cimentarmi nella prova letteraria, ma ho scelto una traccia più attuale, che mi è piaciuta molto. L’Europa fra il 1914 e il 2014 è un tema affascinante, che ha risvegliato molte coscienze giovani. La più quotata è stata quella dell’ambito artistico-letterario. I temi caldi sono il mio forte, penso sia andata bene, anche se, in realtà, la correzione del tema è molto soggettiva».
Alessandra Felli, studentessa del liceo scientifico V. Pollione, già ammessa al corso universitario di Economia e Finanza in quel di Milano, ha affrontato la prova ‘maturità’ in maniera molto tranquilla, senza troppo terrore nelle vene. «Ho superato i test per la Facoltà di Economia a giugno scorso, quindi questo Esame di Stato è passato non dico in secondo piano, ma quasi. E’ pur sempre, però, una prova della vita, che di agitazione ne mette un poco nel cuore. L’anno scorso sono rientrata in un programma di orientamento, ho avuto quindi la fortuna di trascorrere quattro giorni a Milano e ho avuto modo di conoscere più a fondo l’ambiente. Mi ha, alla fine, stregato. Quest’ultimo anno ho dovuto solo convincere me stessa che il percorso scelto sarebbe stata la cosa più giusta per il mio destino». Per la prima prova, Alessandra ha deciso di puntare sul saggio breve. «Mi ha convinto molto quello di tipo storico, ossia i cambiamenti che hanno sconvolto l’Europa in un secolo di storia. Al di là del voto, sono molto soddisfatta della mia prova. Senza dubbio il giudizio, in questo caso, è molto relativo, ma la soddisfazione personale è una fra le più belle vittorie».
Naomi, l’esperta di turismo del gruppo, ha affrontato le prime due prove da maturanda «leggermente preoccupata per ciò che mi sarebbe stato riservato dal Ministero. Però, devo dire con mia sorpresa, ho affrontato l’Esame anche molto sollevata. La maturità, più che un tremendo ponte di legno traballante, si sta dimostrando essere sempre più un’esperienza ricca di sensazioni positive. Per la prima prova, mi sono cimentata nel saggio breve di ambito storico-politico. E quindi: violenza e non violenza, i due volti del Novecento. Penso, più che altro spero, di essermi espressa al meglio. Dopotutto la tematica della violenza essendo estremamente attuale, mi ha coinvolta in modo particolare».
{{*ExtraImg_206702_ArtImgRight_300x530_}}Una seconda prova accolta molto bene dal trittico di studentesse femminile. Integrali per Alessandra, che, amante della matematica – «è un po’ il mio mondo a dire il vero», confessa – ha scelto di svolgere il secondo problema, superando brillantemente i primi tre punti. «L’analisi è davvero un campo in cui mi piace ‘sprofondare’, a dispetto dell’algebra. La terza prova è, a mio avviso, la più temuta. Doverla svolgere in due ore e mezza è davvero un salto nel buio. Le sei ore delle prime prove hanno costituito un ottimo deterrente per l’ansia, adesso non saprei proprio cosa aspettarmi».
Un bella riflessione ‘filosofica’ di Luciano per la ‘classica’ del gruppo. «Noi siamo stati felicissimi di questa seconda prova. Il timore è andato via presto, appena abbiamo saputo che ci saremmo trovati di fronte Luciano. L’ignoranza che rende ciechi gli uomini, questo il nodo di fondo». Una versione, quindi, di media difficoltà, con una parte centrale abbastanza difficoltosa, ma fattibile. Valentina ha scelto Giurisprudenza per il suo futuro prossimo. Ha superato brillantemente i test all’Università Carlo Luiss romana. «Molti miei compagni mi hanno sconsigliato di scegliere questo percorso di studi per via della crisi lavorativa in Italia. Questo è un dilemma che la mia generazione soffre molto, ossia lo scegliere quasi una strada obbligata, quella che, secondo la considerazione generale, dovrebbe offrire maggiori possibilità lavorative. Io vado un po’ in retromarcia; scelgo con il cuore e studio con la testa. Poi si vedrà». Senza dubbio ha tutte le carte in regola per mettere a tacere una giuria con un’arringa fenomenale.
«E’ chiaro che – spiega invece Naomi – frequentando l’Istituto per il Turismo, non ho trovato grandi difficoltà per la ‘mia’ seconda prova, ossia l’Expo 2015. Un momento d’incertezza c’è stato, in realtà, alla prima lettura della traccia, ma approfondendo con calma quanto richiesto, la difficoltà è stata poi ‘superata’». Naomi guarda già alle sue spalle e vede una classe di amici inseparabili. «Sicuramente ‘strapperò’ via da questi cinque anni, la consapevolezza di essere cresciuta sotto ogni punto di vista e il piacere di avere conosciuto persone che, spero, in modo o nell’altro, faranno parte anche del mio futuro».
Voglia di viaggio e di lavorare all’estero accompagnano i sogni dormienti di queste tre studentesse marsicane. «Amo viaggiare – racconta Alessandra – per me il lavoro dovrà essere comunque sposato al viaggio. Sicuramente la mia meta è quella di poter lavorare all’estero. Tra 10 anni mi vedo con una laurea già in tasca, il lavoro che mi piace fra le mani e, sicuramente, una bella famiglia che mi attende a casa». Sono donne forti quelle che emergono da questo sondaggio sociale. Anche Valentina adora viaggiare; prima di incontrare il lavoro ‘della vita’ in Italia, vorrebbe maturare qualche esperienza oltreoceano. «Spero di trovare, fra 10 anni, un buon lavoro. Non saprò cosa farò nel preciso ma senza dubbio lo studio del diritto sarà la mia strada». Per non parlare di Naomi, che si vede già dipendente di qualche importante compagnia aerea. «Avendo – racconta – già avuto un’esperienza lavorativa l’anno passato, tornerò a fare lo stesso tipo di lavoro, in un villaggio turistico. Il mio futuro lo vedo proiettato verso il proseguimento degli studi e . . . verso le nuvole!».
Hanno fretta di crescere. Di guardare, di sperimentare. La depressione generazionale non ha strappato loro il bel sorriso solare. Il ricordo della scuola superiore che resterà scolpito nell’animo viaggiante di Alessandra sarà «La settimana scientifica e tutte le esperienze passate con la mia classe. Fortunatamente ho avuto dei compagni magnifici e a pensare di doverli già lasciare, mi si spezza il cuore». Per Valentina il Classico è stata una scelta d’istruzione che rifarebbe anche 100 volte. «Avrei preferito il latino al greco – dice allegra – Ricorderà sempre con amore Catullo e Sant’Agostino. La mia grande fortuna è l’aver avuto un’insegnante che fa amare i classici fino in fondo». Naomi, invece, ha già il percorso per gli orali in tasca, ma molta agitazione in testa. Afferma: «Per gli orali un vero asso nella manica, in realtà, non ce l’ho, Punterò tutto sulla mia preparazione generale. Non dovesse bastare, c’è sempre la simpatia».
Chiudiamo con la maturità in un aggettivo o espressione breve. Naomi: «Esperienza intensa, senza dubbio». Valentina: «Un rito di passaggio». Alessandra: «E’ una prova con sé stessi».
Il sentiero della vita è un tuffo in mare aperto. Si può percorrere in mille modi diversi, ma l’orientamento lo dà solo il coraggio di tuffarvisi dentro. Si dice troppo spesso che i giovani siano dei gioielli. Impariamo a dargli peso, oltre che speranze e la favola delle tre studentesse maturande diverrà un progetto scritto sulle mura della fattibilità.
[url”Torna alla Home Targato Az”]http://ilcapoluogo.globalist.it/?Loid=154&categoryId=221[/url]