
Una mamma disperata e arrabbiata sceglie le pagine de [i]IlCapoluogo.it[/i] per dar sfogo a tutta la sua indignazione. La vicenda da lei raccontata ha delle pieghe davvero incredibili. Vittima di un presunto caso di disorganizzazione ‘sanitaria’, sua figlia, una bambina di soli 12 anni.
«A febbraio 2014 – racconta – mia figlia viene ricoverata per un ascesso peritonsillare, che le viene drenato; le viene anche data l’urgenza per l’ operazione di tonsillectomia , vista la possibilità dell’evento di ripetersi. Viene eseguita quindi una profilassi per l’intervento con cicli di antibiotici , concordata una data per effettuarlo ma, arrivati al giorno fatidico, del nome di mia figlia e del suo ricovero, nessuna traccia».
Una stortura nella vicenda che pare surreale. «Non era mai stata in lista, secondo quanto mi venne detto. Ovviamente un fatto che tocca l’inverosimilità. Faccio presente che la diagnosi d’urgenza non l’avevo sicuramente eseguita io e mi viene risposto di non preoccuparmi e che sarò ricontattata. Arriva una chiamata per effettuare il [i]DAY SURGERY[/i] in data 3 giugno e, quando arriviamo per le analisi segnalando l’età della paziente, come dettoci dal reparto, ci viene risposto che la richiesta con il nominativo di mia figlia non era nella lista del giorno ma che stava arrivando dall’ambulatorio».
Finché non si arriva al giorno di ieri, «23 giugno, quando viene effettuato finalmente il ricovero alle ore 7.30 di mattina. Eppure, dopo ore di attesa, quando mi reco all’accettazione del reparto per chiedere notizie sull’intervento, mi viene detto che una dottoressa sta salendo dalla sala operatoria per le dimissioni di mia figlia, che c’è stato un problema e che saremo al più presto ricontattati. Questo alle ore 15 del pomeriggio».
La mamma però ricorda che poco prima, alle ore 14.30 ha visto un paziente della camerata attigua a quella in cui permaneva sua figlia, adulto, andare in sala operatoria e che la mattina stessa del ricovero «mi sia stato detto che mia figlia era la terza in ordine per l’intervento. Credo non ci sia bisogno di commentare oltre».
Una vicenda che, senza dubbio, lascia l’amaro in bocca. «Mi viene da pensare: meno male che fosse una semplice tonsillectomia, altrimenti…».