
«Apprendiamo con sgomento del coinvolgimento nell’inchiesta [i]’Dirty job'[/i] di colleghi aquilani». Lo dice il presidente dell’Ance dell’Aquila Gianni Frattale riferendosi agli arresti di 7 imprenditori che per la ricostruzione privata nei lavori del post terremoto avrebbero fatto ricorso al clan dei Casalesi.
«Fermo restando che ogni giudizio definitivo andrebbe rimandato all’accertamento reale delle accuse – osserva Frattale in una nota – non possiamo che dolerci per quello che gli inquirenti riferiscono oggi. Se qualcuno avesse lucrato sulle maestranze – dice – saremmo davanti ad una vigliaccheria certamente condannabile sia per l’insopportabile sopruso su un punto debole della filiera costruttiva, quello dei lavoratori, sia per la sleale alterazione della concorrenza a scapito di quelle aziende che i contratti collettivi di lavoro li rispettano a pieno, sopportando oneri notevolmente maggiori nella realizzazione dei lavori».
«A tal proposito – prosegue il presidente – ci preme ricordare che Ance L’Aquila, insieme ai sindacati ha siglato tre anni fa un rinnovo del Contratto Collettivo Provinciale dei Lavoratori in edilizia tra i più efficaci d’Italia, portando ai valori massimi consentiti i coefficienti in busta paga, partendo dal presupposto che i benefici economici di una ricostruzione dovevano essere equamente estesi a tutti coloro che nella ricostruzione sono impegnati, fino all’utlimo operaio. Nel contratto sono contemplate anche una serie di proposte avanzate da Ance e sindacati per contribuire all’accertamento della legalità: il badge di riconoscimento, anagrafe di tutti i soggetti che frequentano i cantieri della ricostruzione; un osservatorio per raccogliere tutti i dati dei lavori privati; la sistemazione logistica delle maestranze a tutela della dignità dei lavoratori e dell’ordine pubblico. Contratti, leggi, decreti, delibere, normano nel dettaglio la ricostruzione sia pubblica che privata, sommandosi al già complesso Codice degli appalti e al Codice Civile».
«Crediamo – osserva Frattale – che il problema risieda più che nella mancanza di regole, nella loro puntuale applicazione che richiederebbe paradossalmente una maggiore semplificazione per consentire anche l’efficacia dei controlli preventivi e non postumi. Poche regole chiare funzionano meglio di tante regole spesso confliggenti. Su questo fronte il Sindaco e tutte le istituzioni continueranno a trovarci sempre collaborativi, com’è stato finora. I contratti dei lavoratori esistono, eppure oggi apprendiamo che sarebbero stati aggirati. Le regole sul subappalto esistono ma esiste anche chi non le rispetta».
«Quale regola aggiuntiva dunque – si chiede il presidente dell’Ance – avrebbe il potere di riportare la legalità? Alla magistratura e a tutte le forze dell’ordine va tutto il nostro apprezzamento per l’egregio lavoro che stanno svolgendo sul territorio».
«Il vero ‘sistema L’Aquila è quello accurato dei filtri delle forze dell’ordine. Una garanzia per chi affronta un agguerritissimo mercato rischiando capitali e reputazione. La legalita’ conviene a tutti. A questo argomento – annuncia infine Frattale – è dedicata l’Assemblea pubblica di Ance L’Aquila che si terrà il prossimo 24 luglio».