
La bozza della nuova programmazione abruzzese del Po Fondo sociale europeo (Fse) 2014-2020, il principale strumento finanziario con cui l’Unione europea sostiene l’occupazione negli Stati membri, è stata presentata questa mattina agli oltre 50 membri del Comitato di sorveglianza del Po Fse Abruzzo, riuniti a Vasto, nella sede di palazzo D’Avalos, alla presenza del presidente della Giunta regionale Luciano D’Alfonso,, coordinatore della Programmazione comunitaria e dell’assessore al Lavoro e al sociale, Marinella Sclocco.
La dotazione finanziaria riservata all’Abruzzo, per il periodo di attuazione, è pari a 114 milioni di euro, decurtata di almeno due terzi rispetto alla precedente ripartizione, con il passaggio dell’Abruzzo nell’obiettivo “Transizione”. Ciò comporterà per l’ente regione – come è stato spiegato – una pianificazione degli interventi che preveda la massima allocazione possibile delle risorse su iniziative che abbiano una capacità strategica nel tempo, anche attraverso una fattiva sinergia con gli obiettivi e le risorse finanziarie dei programmi Fers e Fears.
“L’avvio del periodo di programmazione dei fondi strutturali in Abruzzo – come si legge nel testo – si iscrive nel quadro di una crisi economica e sociale di ampia portata: la missione del Programma Operativo Fse 2014-2020 è dunque quella di correggere gli squilibri strutturali del mercato del lavoro abruzzese e fronteggiare le conseguenze delle accresciute difficoltà sociali, per promuovere un’economia con un alto tasso di occupazione, in grado di favorire coesione economica, sociale e territoriale”.
Questi gli obiettivi tematici individuati nella bozza del PO Fse 2014-2020 e ritenuti rispondenti al perseguimento della crescita e dello sviluppo economico e sociale dell’Abruzzo: promuovere un’occupazione sostenibile e di qualità e sostenere la mobilità dei lavoratori; promuovere l’inclusione sociale e combattere la povertà e ogni discriminazione; investire nell’istruzione, nella formazione e nella formazione professionale per le competenze e l’apprendimento permanente; rafforzare la capacità istituzionale delle autorità pubbliche e delle parti interessate a promuovere un’amministrazione pubblica efficiente.
La tipologia dei beneficiari prevede: Regione, Province ed altri enti pubblici, Servizi per l’impiego, Imprese, altri soggetti pubblico/privati che operano nel mercato del lavoro.
Questi, infine, i principali Gruppi Target: persone di età inferiore a 25 anni; persone inattive; disoccupati, compresi i disoccupati di lunga durata; partecipanti con disabilità; persone svantaggiate; migranti, partecipanti di origine straniera, minoranze (comprese le comunità emarginate come i ROM); persone di età superiore a 54 anni; lavoratori, compresi i lavoratori autonomi, imprese.
IL COMMENTO DI D’ALFONSO: Attivare con «immediatezza le procedure riferite alla progettazione ed essere capaci della migliore spesa possibile, evitando che ci siano ritardi e complessità procedurali e burocratiche. Dobbiamo reimparare a fare progettazione di qualità, poiché viviamo in una condizione di emergenza». Lo ha dichiarato il presidente della Giunta regionale Luciano D’Alfonso, aprendo questa mattina a Vasto il Comitato di sorveglianza sui fondi Po Fse che esaminerà, tra l’altro, la bozza della nuova programmazione 2014-2020 e il piano esecutivo “Garanzia Giovani”.
Una «Dieta di Westfalia per la sontuosità storica», ha definito il presidente la vasta platea dei partecipanti, nella suggestiva sala di Palazzo D’Avalos. «Se fossimo stati nell’800 forse avremmo parlato della categoria della guerra. Su questo fronte dobbiamo tutti sostenerci con una grande pretesa di ambizione di qualità».
In ordine al piano escutivo di Garnanzia Giovani il presidente ha sostenuto che «dobbiamo recuperare il tempo perso perché gli iscritti sono pochi rispetto a questa opportunità. Una opportunità verso la quale il Governo nazionale si attende molto, ma anche il Governo regionale per le enormi inzitive per i giovani. Faremo l’impossibile per accompagnare questa nuova stagione».
IL COMMENTO DELL’ASSESSORE SCLOCCO – «I 114 milioni di euro che la nuova Programmazione riserva alla coesione sociale ed economica e alle politiche di crescita dell’Abruzzo rappresentano appena la metà delle risorse a disposizione nella precedente programmazione. In ogni caso, dovremo spenderle in maniera tale da centrare le priorità che abbiamo individuato». Lo ha sottolineato l’assessore al Lavoro e alle politiche sociali, Marinella Sclocco, in apertura della riunione del Comitato di sorveglianza.
«A penalizzare l’Abruzzo – ha spiegato l’assessore – è stato soprattutto il fatto di essere tra le Regioni in regime di transizione. Tuttavia – ha proseguito – l’impellente scadenza del 22 luglio a Bruxelles ci impone di fare presto e bene. A tal proposito, abbiamo messo il piede sull’acceleratore e sono grata alla struttura regionale che ha lavorato a tappe forzate perché si arrivasse pronti all’appuntamento».
Inoltre, l’assessore Sclocco, illustrando gli obiettivi di questa bozza, li ha collegati strettamente al preoccupante scenario sociale che vive l’Abruzzo da ormai qualche anno come testimoniano gli inequivocabili dati del 2013 che indicano un 37,7 per cento di disoccupazione giovanile e un 29 per cento di quella femminile a fronte di un dato complessivo di disoccupati pari all’11,4 per cento. «Molte famiglie abruzzesi sono ormai ridotte al limite della sussistenza e il fronte dei nuovi poveri è sempre più ampio. Anche per questo, l’esiguità delle risorse – ha aggiunto l’assessore Sclocco – non ci consentirà di fornire risposte risolutive. Tuttavia, una migliore integrazione tra le varie tipologie di fondi a disposizione e una maggiore sburocratizzazione della macchina amministrativa contribuiranno certamente ad indirizzare le risorse verso i bisogni reali della popolazione».
Infine, il programma “Garanzia Giovani”, del quale è stato presentato il piano esecutivo regionale. «Lo stanziamento complessivo ammonta a 31 milioni di euro – ha confermato Marinella Sclocco – e riguarda una platea di destinatari che prende in considerazione i giovani under 29 non occupati e neppure impegnati in percorsi formativi, i cosiddetti Neet. In ogni caso, al di là delle azioni che saranno attivate, la vera svolta – ha concluso l’assessore – si avrà nel momento in cui riusciremo a superare l’antico schema della formazione professionale e questo potrà accadere solo attraverso una maggiore integrazione tra scuola e mondo del lavoro sul modello di altri Paesi europei dove i risultati sono già incoraggianti».