Dirty Job, arrestati non rispondono al Gip

27 giugno 2014 | 18:57
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Dirty Job, arrestati non rispondono al Gip

Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere – per l’impossibilità di esaminare la documentazione e quindi allestire una strategia difensiva – nell’interrogatorio davanti al Gip Giuseppe Grieco, quattro dei sette imprenditori arrestati nell’ambito dell’inchiesta “Dirty job”, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia dell’Abruzzo e incentrata sull’accusa di presunta contiguità al clan dei Casalesi per massimizzare i profitti nei milionari appalti della cosiddetta ricostruzione privata post sisma.

Oggi davanti al Gip sono sfilati Michele Bianchini, Alfonso Di Tella e i figli Cipiano e Domenico.

«Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere – ha detto l’avvocato Massimo Carosi, legale della famiglia Di Tella – Le copie degli atti necessarie per conoscere i fatti e disegnare una strategia potrebbero essere pronte nella prossima settimana inoltrata, visto che cominceranno a fare le copie lunedì». «Sappiamo meno cose di quante ne sappiate voi giornalisti – ha continuato Carosi – non ho nessuna idea, le contestazioni sono gravi, consistenti e inaudite, ma sono tutte da verificare, in particolare i riscontri oggettivi del collegamento organico con i Casalesi».

Carosi ha reso noto di aver presentato al Gip un’istanza di scarcerazione e, in subordine, di affievolimento della custodia cautelare in carcere per i suoi assistiti.

I tre componenti del gruppo Di Tella, trapiantati all’Aquila da anni, sono centrali nell’inchiesta: infatti, secondo quanto emerge dall’ordinanza, avrebbero accordato, secondo le accuse, il 30 per cento del finanziamento totale per gli appalti privati, presi con affidamento diretto dagli imprenditori aquilani Elio Gizzi e i fratelli Dino e Marino Serpetti, per poi recuperare parte della somma facendosi restituire in molti casi il 50 per cento dello stipendio dalle maestranze trasferite all’Aquila dal casertano.

Per Gizzi e i fratelli Serpetti, ai domiciliari, gli interrogatori davanti al Gip dovrebbero svolgersi tra martedì e mercoledì prossimi: sono accusati, tra l’altro, di aver subappaltato, di fatto totalmente, i lavori per la ristrutturazione di case private danneggiate dal terremoto del 6 aprile 2009, pur mantenendo la titolarità dell’appalto per bypassare il divieto di cedere la commessa.