Consiglio Abruzzo, al via la X Legislatura

30 giugno 2014 | 13:04
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Consiglio Abruzzo, al via la X Legislatura

In un lunedì ventilato e assolato è iniziata la X Legislatura della Regione Abruzzo. Il primo atto insediativo è cominciato in una giornata fresca, che, senza dubbio, ha aiutato la folla di partecipanti, costretti a seguire la diretta streaming su un maxi schermo, posizionato nel cortile dll’Emiciclo.

{{*ExtraImg_207987_ArtImgRight_500x375_}}Aula stracolma di autorità, soprattutto di sindaci del territorio, mentre i colleghi della stampa tentavano di rubare qualche scatto fra la gente rimasta in piedi, senza il supporto del collegamento streaming nella sala stampa.

{{*ExtraImg_207978_ArtImgCenter_500x375_}}Come succede in ogni prima seduta di Legislatura che si rispetti, le difficoltà organizzative e logistiche sono state molte, ma questa volta la tecnologia non ha aiutato l’organizzazione. Le troppe persone collegate contemporaneamente alla diretta streaming hanno fatto saltare il server, interrompendo anche la diretta nelle aule riservate alla stampa. Alcune televisioni hanno potuto inviare la diretta, tra cui l’aquilana Laqtv.

IL NUOVO UFFICIO DI PRESIDENZA – Ha aperto la seduta il consigliere anziano Mario Olivieri che, dopo l’appello dei consiglieri eletti, ha aperto il voto a scrutinio segreto del nuovo Presidente del Consiglio. {{*ExtraImg_208017_ArtImgRight_300x192_}}Su 31 consiglieri votanti, si sono registrate 6 schede bianche e 25 voti per Peppe Di Pangrazio (Pd), nominato quindi Presidente del Consiglio Regionale.

Il presidente ha salutato gli astanti con un discorso molto sentito. Sostegno anche da Forza Italia per Giuseppe Di Pangrazio, come è emerso dalle dichiarazioni del capogruppo Mauro Febbo, che ha preso la parola prima dell’inizio della votazione. «Abbiamo potuto apprezzare la correttezza di Di Pangrazio e siamo certi che saprà svolgere un ruolo ineccepibile».

Freschi di nomina, Lucrezio Paolini (Italia dei Valori) e Paolo Gatti (Forza Italia) sono i nuovi vice presidenti del Consiglio regionale. Paolini ha riportato 15 preferenze, Gatti 10. Il candidato del M5S Riccardo Mercante ha ottenuto 6 voti.

{{*ExtraImg_207984_ArtImgCenter_500x375_}} L’elezione di Paolo Gatti alla vicepresidenza del Consiglio regionale d’Abruzzo, in rappresentanza del centrodestra, ha scatenato la rabbia dei grillini che puntavano sul loro Mercante per la carica e che si è fermato ai sei voti del Movimento 5 Stelle. «Come al solito Pd e Forza Italia in campagna elettorale si fanno fittiziamente concorrenza, poi diventano solidali nella spartizioni degli incarichi e delle indennità – ha commentato a caldo la capogruppo, Sara Marcozzi – Ora il Movimento 5 Stelle si aspetta l’incarico della Vigilanza e se questo non dovesse avvenire, noi che siamo il primo partito di opposizione con il 21,5% dei voti, sarebbe uno scandalo clamoroso».

Alessio Monaco (Regione Facile) e Giorgio D’Ignazio (Ndc) sono stati eletti invece Consiglieri segretari. Monaco ha riportato 16 voti, D’Ignazio 9, mentre il candidato del M5S ha ottenuto 6 preferenze. Con queste ultime due votazioni il nuovo Ufficio di Presidenza risulta così composto: Giuseppe Di Pangrazio (Presidente), Lucrezio Paolini e Paolo Gatti (Vice Presidenti), Alessio Monaco e Giorgio D’Ignazio (Consiglieri segretari).

{{*ExtraImg_208003_ArtImgCenter_500x320_}}

Promette di prendere «il toro per le corna» sin da subito Silvio Paolucci, assessore al Bilancio, ma soprattutto alla Sanità, della Regione Abruzzo. «Entro luglio chiederò all’assessorato di sapere lo stato delle liste d’attesa, del 118 e della verifica di tutti i servizi sanitari. Entro luglio faremo cinque provvedimenti, uno di contabilità e quattro sanitari – ha detto Paolucci – il tutto finalizzato a chiedere la fine del commissariamento entro fine anno».

{{*ExtraImg_208018_ArtImgRight_300x192_}}

D’ALFONSO, ROMPERE L’ISOLAMENTO – Una regione «aperta», in grado di dare «risposte definitive ai cittadini e di generare nuova linfa di crescita per le imprese e per la società abruzzese in generale». In un intervento durato un’ora il presidente della Giunta regionale, Luciano D’Alfonso, nel suo discorso alla prima seduta del nuovo Consiglio regionale, ha disegnato il futuro dell’Abruzzo secondo l’idea che «questo governo regionale vorrà portare avanti».

Un’idea in grado «già da subito di rompore il pericoloso isolamento nel quale è caduta questa regione. E’ una priorità essenziale del nostro programma di governo, pensare ad un Abruzzo che sappia rapportarsi con le regioni limitrofe, che sappia parlare il linguaggio nazionale ed europeo delle istituzioni, che ridiventi punto di riferimento di un certo modo di programmare e progettare».

«Tutto questo – ha aggiunto – richiede un’idea nuova e forte di Regione. Non una Regione autoreferenziale e autorefenziata, ma una Regione che si definisca progetto, dimensione progettuale. Potenza di una dimensione progettuale che permetta di realizzare più velocità, più premure, più attenzioni verso le famiglie e le imprese».

Il passaggio alla collaborazione e alla rottura di «ogni forma di isolamento» è stato più volte ribadito dal presidente D’Alfonso che non ha mancato di tratteggiare le coordinate programmatiche. «La grande sfida – ha sottolineato – è generare collaborazione con due linee di sviluppo: la costa con Marche e Molise e l’Appennino con Lazio e Umbria. Concepire queste alleanze significa allontanare l’isolamento e la debolezza di questa regione».

La «nuova Regione», ha aggiunto D’Alfonso, avrà un occhio particolare sulle infrastrutture. «Le infrastrutture – ha spiegato il governatore – devono avere dignità perché accadono e si realizzano. Questo significa che dobbiamo essere in grado di saper realizzare, saper finanziare, saper progettare e saper mettere in funzione una infrastruttura. E ciò richiede un’alleanza tra chi è dentro la Regione e chi sta fuori: imprese, università, società di progettazione pubbliche e private».

Da qui l’annuncio del presidente Luciano D’Alfonso: «Ci doteremo di una legge che faccia capire quali siano le priorità dell’Abruzzo; una sorta di legge obiettivo regionale che verrà approvata in occasione della discussione e deliberazione della legge di stabilità finanziaria regionale».

L’infrastruttura viaria della Fondo valle del Sangro, «sarà la priorità delle priorità, anche per raccogliere la sfida che ci ha lanciato Sergio Marchionne». Ma ci sono altre priorità che non possono essere accantonate, «su tutte – spiega D’Alfonso – i collegamenti ferroviari in una regione che ha dato i natali a Silvio Spaventa, il primo che ha disegnato e pensato ad una mobilità ferroviaria a livello nazionale. In questi anni dobbiamo far partire una vera e propria ‘rivoluzione della dotazione ferroviaria‘. E lo dico pensando alla direttrice della dorsale adriatica sulla quale stiamo perdendo la vitale partita dell’Alta velocità e a Bruxelles daremo battaglia per entrare nei finanziamenti e nei progetti dei corridoi europei; pensando al collegamento Pescara-Roma con la possibilità concreta di ridurre di 55 minuti gli attuali tempi di percorrenza; e pesando anche alla linea ferroviaria Pescara-L’Aquila che potrebbe contare su tempi di percorrenza di 80 minuti».

Il presidente Luciano D’Alfonso ha poi assicurato «un’attenzione particolare del governo regionale alla ricostruzione economica e culturale dell’Aquila. La possibilità per il capoluogo regionale di una Zona franca fiscale. A giorni, inoltre, definiremo la mappa dei nuovi Aiuti di Stato e dentro, di sicuro, ci sarà L’Aquila, ma anche altri territorio che in questa regionale hanno bisogno di investimenti pubblici e privati in grado di generare lavoro e benessere».

Nel suo intervento Luciano D’Alfonso non ha mancato di toccare gli aspetti economici della regione, garantendo «l’indispensabile attenzione alle imprese e verso chi ha volontà di investire in questa terra. Il primo trimestre 2014 ha segnato un’operatività di 127 mila imprese sul territorio, certificando in questo modo un numero alto di mortalità delle imprese stesse negli ultimi cinque anni. Il nostro obiettivo è aumentare di 50 mila nuove imprese la dotazione regionale, perché solo da loro è possibile creare nuove quote di lavoro. Per fare questo – ha aggiunto il presidente della Giunta regionale – dobbiamo creare un rapporto di alleanza tra la Pubblica amministrazione e le imprese, un’alleanza che sia di ausilio e di plasticità. Dobbiamo generare un sistema di norme e procedure che vada a favore delle diverse esigenze delle imprese e di chi in questa terra vuole investire».

Guardare allo sviluppo e alle imprese senza però dimenticare la bellezza di questa terra. Da qui «il no secco e chiaro a chi vuole rovinare la veduta dei nostri mari; un no chiaro e resistente alle piattaforme petrolifere, perché ‘la missione’ del nuovo Abruzzo in Italia deve essere quella di una regione bella e vivibile, dove la qualità della vita dei cittadini deve essere elemento irrinunciabile e inamovibile». Da qui l’idea del presidente D’Alfonso di «ridisciplinare e rinormare lo Statuto regionale che codifica una volta per tutte la vocazione dell’Abruzzo».

Qualità della vita che guarda alla mobilità dei cittadini e delle imprese, ma che sia in grado anche «di garantire la capacità di cura a tutti i cittadini, anche di chi vive in montagna. Dobbiamo fare in modo – ha sottolineato D’Alfonso – che il commissariamento in campo sanitario finisca. Deve finire perché abbiamo risanato le modalità di diffusione delle prestazioni sanitarie sul territorio e soprattutto perché la Regione deve necessariamente riappropriarsi della capacità progettuale in materia sanitaria».

Un occhio, infine, al ruolo che l’Abruzzo è destinato a recitare in ambito europeo. «Dobbiamo rivoluzionale le modalità di essere in Europa – ha detto D’Alfonso – L’Abruzzo è parte integrante dell’Euroregione adriatica; dobbiamo allearci portando con convinzione il valore del nostro progetto ambizioso: lo sviluppo, il lavoro, l’impresa, la formazione, le cure e le premure, il nostro progetto di vita. Ho trovato una regione rassegnata, dobbiamo invece recuperare – ha concluso Luciano D’Alfonso – l’ambizione per crescere e andare avanti».

CIALENTE OTTIMISTA: «Sarà una Regione finalmente capace di far ripartire le cose in maniera moderna e nell’interesse del popolo: immagino una legislatura verso uno sviluppo e una razionalità dalla sanità al turismo, ma soprattutto che difende i diritti fondamentali degli abruzzesi». Massimo Cialente è tra gli ospiti d’onore dell’apertura della decima legislatura all’Emiciclo all’Aquila, e si augura che «questo Consiglio serva anche a riorganizzare la macchina regionale, che oggi sta messa peggio di come la trovai io al Comune all’Aquila nel 2007. Si può dire, vista la composizione del governo – prosegue Cialente – che si dà atto a tutti di una grande volontà e che ora non ci sono più alibi: se si fallisce si va tutti a casa definitivamente».