L’Aquila, l’autismo si cura anche in vacanza

1 luglio 2014 | 15:21
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L’Aquila, l’autismo si cura anche in vacanza

Per la prima volta in Italia nove ragazzi autistici in cura presso un centro del servizio sanitario nazionale hanno trascorso una vacanza con valenza riabilitativa in un albergo, insieme ai clienti ospiti. Ad annunciarlo, attraverso una nota, è la Asl dell’Aquila.

L’idea, «destinata ad aprire uno scenario inedito e a fare scuola nel campo», è stata promossa e attuata dal Centro di riferimento regionale di autismo dell’Aquila, diretto da Marco Valenti. I 9 ragazzi, tra i 12 e 19 anni, hanno trascorso la ‘speciale’ vacanza in un albergo di Alba Adriatica (Teramo), «socializzando, giocando e persino ballando con gli altri ospiti dell’hotel, dal 21 al 28 giugno scorsi». L’iniziativa è stata attuata in collaborazione con la ‘Casa di Michele’ di Collemaggio, struttura di riabilitazione.

La Asl dell’Aquila, «grazie all’ormai ampia esperienza del centro di riferimento aquilano», ha elaborato e messo a punto, con pieno successo, un progetto che, «nel settore delle strutture pubbliche sanitarie, in Italia non ha precedenti». «Un’iniziativa – spiegano i portavoce della Asl in una nota – tesa a sviluppare l’autonomia personale dei soggetti autistici e destinata ad aprire una strada del tutto nuova per gli altri centri delle Penisola del settore».

I 9 ragazzi, dopo una selezione tra tutti i pazienti (18) gestiti attualmente dal centro regionale di autismo dell’Aquila, sono stati inseriti nel progetto denominato “Autismo mare 2014”. E così, grazie a «un’accurata organizzazione medica, di supporto e logistica, anche e soprattutto con i gestori dell’albergo», i 9 giovani hanno trascorso una settimana in un hotel di Alba Adriatica, da ‘ospiti ordinari’, senza particolari restrizioni, come sottolineano i medici del centro di L’Aquila.

Vacanza con una valenza precisa, cioè «finalizzata – spiegano i portavoce della Asl – alla riabilitazione residenziale dei 9 giovani. Obiettivo centrato in pieno: i 9 hanno avuto un’ottima interazione con i clienti dell’albergo, occasioni di incontro e condivisione, divertendosi con loro e persino ballando».

«Un’esperienza pienamente riuscita – dichiara Valenti – che è andata ben oltre l’idea della vacanza. Un progetto teso a sviluppare l’acquisizione delle autonomie personali, dell’interazione e della comunicazione sociale. Un doveroso riconoscimento anzitutto al personale della nostra Asl, agli operatori e alla Federalberghi della provincia di Teramo».

«E’ un primo passo verso un deciso cambio di passo nell’organizzazione dei servizi per l’autismo ma, soprattutto, sui contenuti stessi dei programmi riabilitativi che, tra l’altro, consentiranno di far gravare meno il peso sulle famiglie, di supportarle e aiutarle», commenta Vittorio Sconci, direttore del dipartimento di salute mentale della Asl 1.

Il centro regionale dell’autismo dell’Aquila è un vero e proprio ‘faro’ per l’Abruzzo e le regioni limitrofe, con un’attività di qualità e di grande organizzazione, sia diagnostica sia riabilitativa. «Dieci pazienti su cento – sottolineano i portavoce della Asl – arrivano da Marche, Molise e Puglia. All’interno dell’Abruzzo, invece, gli arrivi da altre Asl toccano punte stratosferiche, fino al 75 per cento».

Il Centro dell’Aquila è stato attivato nel 1997 e da allora ha progressivamente strutturato e affinato la propria attività, mettendo a punto un modello all’avanguardia.

«Per la diagnostica – spiegano i portavoce della Asl – gli operatori del centro regionale effettuano oltre 500 accertamenti in day hospital. In genere, a circa 300 viene diagnosticato il quadro patologico tipico dell’autismo, gli altri 200 vengono invece avviati, trattandosi di patologie diverse, verso altri indirizzi terapeutici e altre discipline. Le diagnosi, tra l’altro, vengono effettuate su soggetti dai 2 anni in su, perché la malattia ha un soglia d’esordio che può svilupparsi dai primissimi anni di vita. Sul fronte della riabilitazione, invece, l’ambulatorio del centro di regionale aquilano segue oltre 2.500 casi, inseriti in un programma di recupero».