Varianti estravaganti

2 luglio 2014 | 05:46
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Varianti estravaganti

di Valter Marcone

E’ come chiedere alla radio

di dire quello che vogliamo sentire,

è come chiedere alle sedie

di togliersi le scarpe e camminare

con le stampelle su molli pavimenti,

è come sognare ad occhi aperti

in attesa d’una speranza. Ci salvano

varianti estravaganti, vie incomprensibili,

tempo del dopo prima del prima,

illogici curriculum vitae

ad episodi frutto di un destino.

Non basta più l’erba ingiallita

a scontare questa nostra stagione:

il tempo passa anche per gli armadi

tristi in questa stanza di pietre nere,

s’alzano dalle radici di noce

d’una volta e più non sentono

il vento della loro giovinezza a foglie.

Chiuso in questa stanza

cerco varianti estravaganti

e scrivo tra veglie e riposi,

conto giorni e le solitudini degli alberi,

ascolto la radio che non dice quello

che voglio sentire.

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