
di Gioia Chiostri
Erano tre le fate madrine che illuminarono con la luce di una bacchetta il volto radioso della Bella Addormentata nel bosco. Le donarono la chiave della bellezza e la beltà del canto. La fata madrina dei tempi moderni, però, sembra aver preferito la tinta unita ai colori sgargianti – un bell’acqua marino chiaro – e un nome alquanto insolito, affisso sul suo petto – quasi una medaglia al valore – che ne descrive lo status sociale. Documentare la vita, sentirsela stretta fra le dita, annodata attorno ai polsi, avvinta ad ogni sospiro, è una pratica che compete a chi quella vita l’ha fatta nascere. Rinascere ogni volta che un sorriso nasce è un risveglio dell’anima che solo poche persone al mondo hanno la fortuna di possedere. L’ostetrica, questa donna vigorosa, autonoma, sfuggente ma sempre presente, accompagna la vita partoriente di ogni mamma o neo mamma. Un corso di laurea, presso l’Università degli studi dell’Aquila, costituito da tre anni intensi di studio e tirocinio, incorona giovani ragazze nutrici dei tempi moderni.
«Gioie e dolori, momenti e sensazioni divengono un po’ anche i tuoi, quando segui passo passo l’evoluzione della maternità sotto il tuo sguardo». Rossella Mummolo, ostetrica libera professionista con tre anni di attività e corsi preparto alle spalle, tante volte ha osservato da vicino una donna divenire mamma per la prima volta. Questa sorta di metamorfosi ancestrale e assieme istintuale è uno spettacolo vivente. «Sin da bambina – racconta – sono stata affascinata dal mistero che si cela dietro la nascita».
Originaria di Pescina, ma responsabile di un corso preparto ad Avezzano, Rossella Mummolo, conduttrice di corsi di accompagnamento alla nascita, acquamotricista dal 2011 e rieducatrice del pavimento pelvico dal 2012, dedica ogni istante della sua vita alla cura delle sue mamme. «La notte – spiega – quando sai che per qualcuna è giunto il tempo atteso, dormi con un occhio aperto. Dentro di te senti la loro tensione e il loro stress. La vita del loro nascituro sembra scorrere anche nelle tue vene. Non importa quanto lontano possa essere il parto dalla tua personalità originaria, l’ostetrica vive e convive come una madre. Molto spesso sono stata invitata ai compleanni dei bimbi che ho visto nascere: è una responsabilità e un onore unico. Mi sento un po’ la loro madrina, a volte. Diventare un’ostetrica è sempre stato un mio desiderio. Sin da piccolina ero affascinata dal mistero straordinario della nascita e ogni volta che capitavo in un ospedale per far visita a un parente o a un amico ricoverato, chiedevo puntualmente a mia nonna o a mia madre di accompagnarmi a ‘vedere i bambini’. Ricordo lo stupore che provai una volta nell’ascoltare, dal corridoio del reparto maternità dell’ospedale vecchio dell’Aquila, attraverso il cardiotocografo, il battito cardiaco di un bimbo che si preparava a venire al mondo. Voglio saperne di più, mi sono detta, voglio attraversare quella porta oltre la quale è vietato l’accesso. L’ostetrica ha nelle mani il suo sapere, ha l’opportunità di entrare nella sfera più intima della donna e delle famiglia. Mi hanno sempre detto che, non molto tempo fa, era un’istituzione nei paesi, una persona molto rispettata e molto importante, al pari del sindaco e del sacerdote. In Francia è chiamata [i]sage femme[/i], donna saggia. Può essere definito un mestiere questo? Per me no, l’ostetricia è una missione, una passione, una vocazione. Io dico sempre che non faccio l’ostetrica, ma sono ostetrica».
Eppure, dietro ogni ostetrica, si nasconde comunque una giovane donna. A sua volta intrisa di passioni e capacità. L’altra passione di Rossella è il canto. Le chiediamo: come riesci a coniugare i due aspetti – anche molto complessi – della tua vita lavorativa?
«Al giorno d’oggi avere due lavori (o almeno provare ad averli) non è poi così raro perché è proprio la società e la precarietà spesso che ci obbliga a farlo. Nel mio caso sono due grandi passioni e non riesco proprio a vederle come un lavoro. Canto da quando avevo tre anni circa. Mi raccontano che la prima canzone che ho cantato è stata ‘[i]O Sole Mio[/i]’ e il caso ha voluto che oggi mi ritrovi a far parte di una Cover Band di Renzo Arbore, ‘Napoli tre punti e a capo’ che ripropone i successi musicali partenopei. La vita da cantante mi porta in giro e mi fa vedere posti sempre nuovi, mi dà anche la possibilità di raccontare avvenimenti particolari e avventure varie. Sbarchiamo come ‘o sarracino’ in porti nuovi e lì non sai cosa ti aspetta; è una continua avventura, una bellissima esperienza, a volte faticosa. Viaggio, ma mi piace anche ‘giocare in casa’ e ringrazio i due gruppi musicali che me lo permettono: ‘Marsicover’ e ‘Musica d’incanto’ con i quali mi esibisco in zona».
La Marsica conosce Rossella Mummolo come la bellissima ostetrica concorrente del gioco tv Affari Tuoi.
{{*ExtraImg_208375_ArtImgRight_300x168_}}«Affari tuoi, una bellissima esperienza che, pur non essendo andata come speravo, mi ha dato l’opportunità di conoscere molte persone con le quali sono rimasta in contatto. Sin dal mio arrivo mi sono sentita accolta come in una grande famiglia, coccolata da parrucchieri e truccatori. Insomma ho vissuto per qualche giorno quello che vivono i personaggi dello spettacolo nel dietro le quinte».
Filo conduttore dei corsi preparto di Rossella è l’acqua. Un elemento, in realtà, presente in molti corsi dedicati alla maternità. Quali benefici porta alla donna in dolce attesa?
{{*ExtraImg_208376_ArtImgRight_300x192_}}«Sono Acquamotricista prenatale dal 2011 ed ho iniziato i miei corsi nello stesso anno presso la piscina comunale di Celano, prima di spostarmi definitivamente ad Avezzano, presso la Pinguino Village. L’acqua è l’elemento benefico per eccellenza in gravidanza e lo si percepisce chiaramente guardando i visi delle future mamme non appena entrano in vasca. L’attività in acqua, in gravidanza, aiuta il corpo ad adattarsi alle modifiche che avvengono soprattutto a livello articolare e può prevenire o alleviare alcuni disturbi tipici. Il solo ingresso in acqua diminuisce realmente il peso corporeo e quello del pancione, alleggerendo il carico che grava sulle articolazioni del bacino o sulla colonna, che causa mal di schiena. In questo modo si possono eseguire senza particolare sforzo molti movimenti che a terra sarebbero impossibili. Il massaggio naturale apportato dall’acqua, il movimento e la minore compressione dei vasi che riportano il sangue dalla metà inferiore del corpo al cuore, migliora la circolazione, l’ossigenazione dei tessuti attiva invece la pompa muscolare e facilita la motilità del tratto gastrointestinale, rallentata dagli ormoni della gravidanza. In acqua, inoltre, viene allenata la capacità e la consapevolezza respiratoria, strumenti importantissimo per la mamma durante il travaglio. Immersione ed attività fisica dolce stimolano il rilascio di endorfine, ormoni del benessere. Per eseguire gli esercizi non sono necessarie particolari abilità natatorie ed è per questo che il corso può essere frequentato da tutte le gestanti. I nostri incontri in acqua hanno la durata di un’ora per due volte a settimana. Nella prima parte si praticano esercizi di riscaldamento che man mano aumentano di intensità, in seguito ci si dedica ad esercizi per la schiena, per le gambe e per le braccia e le mani che possono andare incontro a edemi, soprattutto nell’ultimo trimestre. Obiettivo principale è lo star bene. Dedichiamo gli ultimi 20 minuti allo stretching e all’esercizio “jolly” che può essere un esercizio sulla respirazione, sull’allenamento e la percezione del pavimento pelvico o una visualizzazione guidata nella quale viene stimolato il contatto mamma-bambino attraverso l’evocazione di immagini mentali. Il corso è aperto a tutte le mamme dopo la 12esima settimana, ma solo se la gravidanza è fisiologica o meglio a basso rischio».
Il giorno 11 luglio, alle ore 17.30, presso la piscina Pinguino di Avezzano, Rossella parteciperà con le sue mamme ad un incontro sul ‘portare i bambini in fascia’, condotto da una consulente del ‘portare’. L’ingresso è gratuito e aperto a tutti.
La maternità è un cesto di primizie da assaggiare una ad una. La compagna perfetta in questa avventura è colei che ha in sé la saggezza di una preparazione specializzata e la dolcezza tipica di una cullatrice di professione.
Un consiglio alle future ostetriche?
«L’unico consiglio che posso dare è quello di crescere come ostetriche in un’ottica di sorellanza con le colleghe, condividere il sapere perché ognuna può imparare dall’altra, le più giovani dalle più ‘anziane’ e viceversa. L’esperienza e l’empirismo potranno rinnovarsi e completarsi con l’aggiornamento e le nuove ostetriche potranno guardare avanti appoggiandosi però a solide basi».
Il centro del mondo, molto spesso, è un cuore che pulsa bardato di lenzuoli turchese e del colore della pesca più matura. Ognuno ha una mamma al suo interno. Tutto sta nell’imparare a riconoscerla e ad accettarla.
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