Discarica Bussi, Forum H2o chiede chiarezza su bonifica

4 luglio 2014 | 17:46
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Discarica Bussi, Forum H2o chiede chiarezza su bonifica

«Fare chiarezza sulle ipotesi relative alle modalità di bonifica dell’area di Bussi, che prevederebbero, tra l’altro, la realizzazione di una mega-discarica, questa volta ‘legale’, dove gettare i materiali delle discariche cosiddette 2A e 2B». Il Forum abruzzese dei movimenti per l’acqua torna all’attacco sulla megadiscarica dei veleni della Val Pescara e si gemella con il Comitato ‘No Carbone’ di Brindisi, che lotta per la bonifica di un’altra megadiscarica, quella ‘Microrosa’.

A parlare della questione, nel corso di una conferenza stampa, sono stati Augusto De Sanctis e Renato Di Nicola del Forum abruzzese, affiancati dai rappresentanti del comitato pugliese.

Gli ambientalisti hanno parlato di situazioni «gemelle, perché figlie degli stessi genitori, cioè la Montedison». L’esperienza maturata per il caso Bussi, infatti, è stata utile per presentare un esposto e una diffida sulla discarica Microrosa.

«L’ipotesi di una megadiscarica ‘legale’ – ha sottolineato De Sanctis – ci risulta essere stata recentemente discussa a Roma. E’ una ‘soluzione’ letteralmente incredibile, considerata la vulnerabilità ambientale dell’area. La cosiddetta strategia di bonifica o messa in sicurezza ‘in situ’, con le scorie e il terreno contaminato che rimangono sul posto confinati in strutture quali discariche controllate si può applicare in ben diversi contesti idrogeologici e non certo a Bussi».

«L’area è fortemente sismica, in un contesto geologico carbonatico che ospita uno dei maggiori acquiferi dell’Appennino – hanno sottolineato gli ambientalisti – se si dovesse progettare una discarica per rifiuti speciali pericolosi o non pericolosi in un sito abruzzese, quello di Bussi sarebbe probabilmente all’ultimo posto per idoneità. Purtroppo la questione non riguarda solo le discariche 2A e 2B, ma anche la Tremonti, quella posta sul fiume Pescara, visto che nello stesso documento progettuale relativo alla contestata palancolatura, poi realizzata, si considerava l’intervento come propedeutico ad una messa in sicurezza permanente ‘in situ’, cioè il tombamento della discarica con il suo carico di veleni».

«Le ipotesi paventate – ha aggiunto De Sanctis – sarebbero favorevoli sono ai privati, in particolare Edison, che avendo perso al Tar di Pescara, sulla carta dovrebbe provvedere alla rimozione completa di tutti i rifiuti. Realizzare uno sversatoio nei pressi delle discariche attuali farebbe risparmiare sicuramente decine di milioni di euro rispetto al trasporto del materiale in una discarica già realizzata in contesti geologici più tranquilli».

Il Forum ha ricordato, inoltre, che «attualmente l’acqua potabile dell’intera Valpescara viene captata a 800 metri a monte dell’area industriale. Qualsiasi iniziativa, comprese quelle relative alla cosiddetta ‘reindustrializzazione’ – hanno evidenziato – devono tener conto di questo fatto, visto che impianti e discariche possono subire incidenti rilevanti con conseguenze anche a distanza».

Per queste ragioni e per le stesse previsioni di legge il Forum ha ricordato agli enti «la necessità di assoggettare il paventato Accordo di Programma, che sta andando avanti senza alcuna forma di trasparenza, alla Valutazione Ambientale Strategica (Vas), che assicura la partecipazione dei cittadini alle decisioni che riguardano il futuro dell’intera valpescara».

Il Forum abruzzese e il Comitato No Carbone hanno organizzato per oggi pomeriggio, assieme al comitato cittadino pianodortese Fara ambriliae, un incontro sui Siti inquinati a Piano d’Orta, dove attende la messa in sicurezza e bonifica lo stabilimento ex Montecatini. Parteciperanno anche i comitati dei siti inquinati di Falconara, Valle del Sacco e Castellanza.