Guardia medica in bilico, «Zone montane a rischio»

4 luglio 2014 | 18:09
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Guardia medica in bilico, «Zone montane a rischio»

Dal primo agosto i presidi di ex guardia medica di Campo di Giove, Pizzoli e Gioia dei Marsi saranno chiusi, così come previsto dal decreto del commissario per il rientro dal debito sanitario numero 61 del 28 agosto 2013. Lo ha comunicato il direttore generale Giancarlo Silveri ai medici che operano presso le sedi del servizio di continuità assistenziale – l’ex guardia medica appunto – della Asl numero 1 L’Aquila, Avezzano, Sulmona.

Una decisione che ha scatenato la reazione dei cittadini di Campo di Giove, che hanno annunciato proteste eclatanti nei prossimi giorni.

«Sono svanite nel nulla le promesse fatte dallo stesso direttore generale nei mesi precedenti di esaminare con maggiore attenzione il problema al fine di assicurare il mantenimento del servizio per la popolazione residente e i turisti che frequentano il nostro paese», si legge in un comunicato a firma del comitato di cittadini a difesa della guardia medica di Campo di Giove.

«Non si è tenuto conto che in montagna per qualsiasi servizio è necessario andare oltre la logica dei numeri, quindi meramente economica, per considerare peculiarità geografiche e territoriali. Si pensi – si legge ancora nella nota – che in presenza di ghiaccio e neve un cittadino impiegherebbe ottimisticamente più di 45-50 minuti per raggiungere il primo presidio medico o aspettare l’intervento dell’unico medico di turno in servizio nella guardia medica di Sulmona che copre un bacino d’utenza pari a 40.000 abitanti».

«Di fronte a questi dati – concludono i cittadini di Campo di Giove – non si può restare indifferenti e soprattutto non chiedere al nuovo assessore alla Sanità della Regione di intervenire con la massima urgenza per evitare ancora una volta la scomparsa di importanti presidi per le zone montane».