
di Gioia Chiostri
È trascorso un anno e mezzo dal trauma. Un anno e mezzo dai lividi amari. Dal disastro del destino e dalla perdita di una giovane vita. La ferita, però, scotta ancora, è sempre viva. Il paese marsicano di Capistrello non dimentica quel ragazzo dagli occhi di prato che tutti conoscevano e ammiravano per diligenza, cordialità e cortesia.
Alessandro Giancarli ha perso la vita in un tragico incidente d’auto. Rimase intrappolato nell’abitacolo della sua vettura, precipitata in un canale del Fucino. Era il 4 dicembre 2012 quando il colore nero del dolore ha intaccato il volto di una comunità intera. Oggi, a distanza di un anno e mezzo, un torneo di calcio estivo, giocato da tre squadre locali e una ‘straniera’ – formata dai suoi colleghi, i dipendenti dell’azienda Telespazio di Avezzano – rinfocola la memoria.
Quando si spegne una vita così giovane, il destino diventa un’arpia. Eppure, a Capistrello, si continuano a tramandare il volto, lo sguardo, i lineamenti e il carattere di quel ragazzo di 23 anni a cui la vita non ha voluto offrire di più. «Il “Memorial Alessandro Giancarli” – spiega Gabriele Scatena, suo grande amico, quasi fraterno – è stato inaugurato l’anno precedente e verrà riproposto quest’anno per ricordare un ragazzo eccezionale, nonché una grande anima, quale Alessandro Giancarli. Non so dire se questo torneo di calcio possa diventare una tradizione capistrellana, ma sicuramente posso dire che verrà riproposto ogni anno il 21 luglio, ossia la sua data natale, per permettere alle persone che gli vollero bene di volergliene ancora».
Nato come torneo triangolare di calcio, quest’anno, giunto alla sua seconda edizione, il Memorial si amplia, andando ad abbracciare un’altra ‘squadra della memoria’, ossia ‘Gli Amici di Paolo’, formata anch’essa da giovani ragazzi capistrellani. Una mutazione nel programma dello scorso anno che è stata accolta positivamente nel piccolo centro marsicano.
«L’inserimento nel torneo di un altro gruppo di calciatori non professionisti è un omaggio che abbiamo voluto tributare ad un altro ragazzo eccezionale di Capistrello, Paolo Lustri, morto alla giovane età di 31 anni e che ha vissuto eroicamente tutti gli anni della sua vita combattendo, con grande coraggio, contro una grave malattia che l’ha accompagnato, purtroppo, sino alla fine dei suoi giorni. Quest’idea è stata lanciata da Stefano Marchesani, proprietario del Bar LeRoi di Capistrello e membro di un’altra squadra partecipante. Approfitto di questa occasione per ringraziarlo. Sicuramente si scoprirà essere una formula del ricordo vincente».
Il torneo si strutturerà di due gare da 30 minuti ciascuna. Le squadre che vinceranno le due sfide calcistiche si affronteranno poi per aggiudicarsi lo scranno più alto del podio, ossia il primo posto. Le squadre uscite battute dalle prime due sfide, invece, gareggeranno per il terzo e il quarto posto.
«Ciò a cui abbiamo dato corpo – aggiunge Gabriele – è una sorta di quatrangolare: 4 partite da 30 mimuti ciascuna. La speranza è quella di trascorrere una bella giornata di festa. Siamo tutti amici, a Capistrello, e tutti lo eravamo di Alessandro».
Le altre squadre che si sfideranno sul rettangolo verde saranno: ‘Bar Kiswahili’ – omonimo del bar appartenente alla famiglia di Alessandro; ‘Le Roi Cafe’; ‘Rappresentativa Telespazio’; ‘Gli Amici di Paolo’.
Affidare ad un torneo la torcia del ricordo. Un modo per riannodare i fili della memoria molto particolare, prescelto da varie associazioni sportive e non. E’ la maniera migliore per salutare un ragazzo che non c’è più? «Dal mio punto di vista – commenta Gabriele – il 21 luglio di ogni anno sarà sempre il compleanno di Alessandro e quindi ritengo doveroso che venga festeggiato nel migliore dei modi, ossia giocando a calcio, uno sport che lui adorava».
La partita, inoltre, ha in sé il cuore della solidarietà più viva. Si potrà di fatti offrire un, seppur minimo, dono utile ad una causa benefica, un ‘omaggio’ all’ingresso. «Unire in un unico evento del ricordo anche l’estremo dono altruista della donazione credo sia un ottimo modo per onorare la sua memoria. La scelta dell’associazione destinataria della beneficenza è stata fatta dai familiari di Alessandro e ritengo sia un’ottima scelta visto che questa Associazione è presieduta da una persona che ha subito la stessa e dolorosa perdita dei cari di Alessandro, che è stato, ahimé, una vittima della strada». La somma sarà, di fatti, devoluta all’Associazione Italiana familiari e vittime della strada Onlus.
Appuntamento alle ore 20 e 30. Il campo sportivo comunale sarà invaso dalle scintille della memoria. Qualcuno dall’alto, forse, esulterà alle prime avvisaglie di un goal.
Raccontare qualcuno a parole, descriverlo con le gesta dell’espressione, diventa impresa ardua se l’immagine di ciò che fu stenta a rimarginarsi. Chiediamo a Gabriele di raccontarci Alessandro con una canzone. Parole in nota che potrebbero parlar di lui. «Mi ricordo che quando giravamo in macchina per il paese, ascoltavamo spesso i Nomadi. La canzone che più ci piaceva ascoltare era “[i]Canzone per un’amica[/i]” e la frase che mi sento di dedicargli oggi è questa: ‘[i]Voglio però ricordarti com’eri, pensare che ancora vivi![/i]’».
Un saluto estremo, ma non l’ultimo, che accarezzerà, forse, se la fede lo vorrà, quel lembo di cielo dove giace il suo nome. Difficile, a volte, capire la vita; difficile spiegarsela senza nessi di causa-effetto. Il giornalista si limita a documentare l’esistenza che scorre. Anche quella che fa arrabbiare in maniera feroce, perché priva di lucidità. Trattenere un sospiro è d’obbligo, molto spesso, ma conservarlo nell’anima è un dovere morale verso chi la gioventù l’ha abbandonata sul ciglio della strada, in attesa che la responsabilità altrui venga a raccoglierla di notte, come un ramoscello inetto, chiedendogli sommessamente pietà.
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