
L’intera comunità di Tagliacozzo è stravolta dopo l’esplosione della casamatta dell’azienda pirotecnica Paolelli a Tagliacozzo, in località San Donato.
Sul posto è subito arrivato anche il sindaco Maurizio Di Marco Testa, che ha assitito alla seconda esplosione. Il Primo cittadino, profondamente addolorato per la tragedia che ha colpito la propria comunità, sta cercando di capire le cause dell’esplosione e al momento ipotizza una sorta di ‘reazione a catena’ con l’«esplosione di una carica e poi, per l’onda d’urto, delle altre». Secondo quanto appreso dal sindaco, raggiunto telefonicamente da [i]IlCapoluogo.it[/i], al momento dell’esplosione nella struttura erano presenti «sette persone».
«Sono stato il primo ad arrivare insieme ai carabinieri – ha raccontato il sindaco – ho visto e sentito il terzo botto sul posto: sembrava un terremoto, seguito da una grossa fumata bianca, come quella di una bomba atomica». «Ho capito al volo che stava saltando la fabbrica – ha aggiunto – Ho preso l’auto, dimenticando perfino il cellulare e sono andato di corsa sul posto. I Carabinieri, che in linea d’aria sono vicinissimi, mi hanno raggiunto subito dopo». Per il primo cittadino «questo non è un incidente, la scena è quella di un campo da bombardamento. Non ho parlato per ora con esponenti del Governo o della Regione, ma con la prefettura. Comunque i soccorsi di Vigili del fuoco, Carabinieri, Polizia e Forestale sono stati eccezionali». Quanto ai proprietari della casamatta, «li conosco molto bene, con uno ci ho parlato quattro giorni fa, si lamentava delle buche sulla strada interpoderale che porta al loro stabilimento».
Sul luogo dell’esplosione è arrivato anche il governatore della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso. Dopo aver ottenuto da Pierluigi Caputi, capo della Protezione civile regionale, informazioni sulla dinamica dell’evento e sugli interventi effettuati e da effettuare, D’Alfonso ha confermato la più ampia disponibilità dell’Ente Regione ad adoperarsi per la riuscita delle operazioni di soccorso, chiedendo poi di essere aggiornato con capillarità sull’evolversi della situazione. «Ringrazio sin d’ora – ha detto – i Vigili del Fuoco, il Corpo Forestale, i volontari della Protezione civile, il personale del 118, i Carabinieri e quanti stanno lavorando sul luogo della tragedia. La Regione è a disposizione per ogni esigenza».
«Sono impensierito per il fatto che questa è la seconda tragedia in un anno in Abruzzo: non essendo il primo caso sono convinto che le Prefetture faranno in modo di predisporre ricognizioni opportune», ha aggiunto D’Alfonso. «Anche in questo caso – ha proseguito D’Alfonso – la fabbrica era lontana dai centri abitati e quindi sembrano protetti e isolati, ma ora è bene entrare più approfonditamente nel caso».
Sul posto è intervenuto anche l’assessore regionale alla Protezione civile, Mario Mazzocca. «In un briefing abbiamo deciso di sospendere le ricerche – ha spiegato – creando una cintura impermeabile, un cordone nell’arco di 500 metri intorno alla fabbrica, per scongiurare il pericolo di ulteriori scoppi come avvenne a Città Sant’Angelo l’anno scorso». «Domani, in tarda mattinata, a 24 ore dalle prime esplosioni – ha aggiunto – si potrà procedere anche al recupero delle vittime e del disperso. In questo caso la protezione civile regionale ha una funzione di supporto insieme alle forze dell’ordine per organizzare la sorveglianza».
Mazzocca è rimasto impressionato dall’accaduto: «Non siamo arrivati fino sul posto ma ci siamo fermati nelle aree limitrofe e già da lì si capisce che cos’è stato, tre esplosioni a catena di potenza enorme», ha detto.
Tra l’altro domani è previsto un campo scuola della Protezione civile locale. «Qui c’è un’associazione che organizza un campo ed è molto attiva sul tema della sicurezza», ha sottolineato Mazzocca. Quanto alla prevenzione di esplosioni nelle fabbriche di giochi pirotecnici, l’assessore in conclusione ha ricordato che «quest’attività specifica è normata da leggi nazionali di vigilanza e nelle ispezioni non c’erano stati esiti negativi nel 2013 e 2012. Aspetto di leggere le carte ma questa attività era più che sana, è stata una fatalità».
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