Mamme 2.0: nascere in casa

12 luglio 2014 | 19:15
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Mamme 2.0: nascere in casa

di Annamaria Pietrosante*

L’Organizzazione Mondiale della Sanità afferma che «la donna deve avere la possibilità di partorire in un luogo che sente sicuro, in cui sia possibile fornire assistenza appropriata e sicurezza. Per donne con gravidanze a basso rischio, tali luoghi possono essere la propria casa, le case maternità e gli ospedali».

Il Parlamento Europeo, considera tra i diritti della partoriente che sia assicurata «l’assistenza adeguata qualora venga scelto il parto a domicilio, compatibilmente con le condizioni psicofisiche della partoriente e del nascituro e con le condizioni ambientali».

Partorire in casa non significa tornare indietro ai tempi delle nostre nonne. Allora non c’erano molte alternative e si partoriva affiancate dalle donne della famiglia, al massimo da una levatrice. L’assistenza in casa o la maternità vissuta in casa, oggi, è legata, invece, alla visione del parto come evento naturale, demedicalizzato.

Una visione di cui le donne stanno cercando di riappropriarsi.

Ma, mentre in alcune nazioni europee questa pratica è molto diffusa, in Italia, dove il parto è molto medicalizzato e si ricorre spesso e anche in maniera ingiustificata al taglio cesareo, è una possibilità poco intrapresa e poco conosciuta.

La percentuale di parti a domicilio in Italia si attesta, infatti, intorno allo 0,4%, nel resto d’Europa è mediamente del 2% mentre nel nord Europa le percentuali salgono fino al 14%, per raggiungere il 32% in Olanda.

Anche in Italia la normativa vigente a livello regionale prevede il parto domiciliare regolamentandone gli aspetti burocratici e prevedendo anche un rimborso.

E’ rimborsato dal servizio sanitario nazionale in Emilia Romagna, Marche, Piemonte, Lazio, Province autonome di Trento e Bolzano; altre regioni prevedono un riconoscimento normativo e sociale con l’obiettivo di favorire la libertà da parte della donna nella scelta del luogo del parto: Lombardia, Toscana, Abruzzo, Liguria, Valle d’Aosta, Sicilia.

Nel nostro paese chi vuole partorire in casa può rivolgersi ad associazioni come l’Associazione Nazionale Culturale Ostetriche Parto a Domicilio e a diversi punti nascita.

Le donne hanno il diritto di scegliere come partorire e il dovere di informarsi, si può condividere o meno, essere interessate o meno, ma è essenziale che ci sia informazione.

Per quanto riguarda il parto in casa, le ostetriche libere professioniste preferiscono conoscere la donna prima, intorno alle 30/32 settimane di gestazione, meglio se facendo il corso preparto insieme!

Il loro lavoro consiste nell’essere reperibili dalla 37 settimana ed essere disponibili sempre fino a dieci giorni (a volte anche di più) dopo il parto. Il parto in casa di norma viene seguito da due ostetriche: si assiste la donna e il proprio bambino dal travaglio attivo fino a 2-3 ore dopo il parto.

Nei giorni che seguono saranno a casa della donna tutti i giorni e successivamente a richiesta, in base alle proprie necessità fino al decimo giorno circa. La visita a 40 giorni dal parto è possibile anche a domicilio.

Il prezzo del lavoro di due ostetriche disponibili h 24 con parto e dopo parto compreso è di 2500 euro circa ivati. Se invece una mamma desidera essere seguita soltanto durante il travaglio ed essere accompagnata in ospedale per il parto per poi essere seguita a casa nel post-partum il costo è di circa 900 euro ivati (in questo caso basta solo un’ostetrica).

Quando la gravidanza è fisiologica il parto in casa adeguatamente assistito è sicuro quanto il parto in ospedale. Ovviamente sono escluse da tale possibilità tutte quelle gravidanze definite “a medio rischio” o “ad alto rischio” che necessitano di un diverso approccio, ed occorre che l’ospedale più vicino sia a non oltre 20 minuti di distanza per un eventuale trasporto d’emergenza.

Le ostetriche libere professioniste dedicate alla continuità assistenziale territoriale sono operatrici formate per questo tipo di approccio, pronte per qualsivoglia complicanza. Non sono “infermiere” qualsiasi, non sono “infermiere specializzate” come qualcuno le definisce; sono ostetriche.

Al momento del travaglio si prenderanno cura della mamma secondo i suoi desideri, garantendo intimità e sicurezza e dando modo alla coppia di vivere a pieno il momento.

La mamma sarà libera di partorire nel modo che preferisce, in maniera del tutto naturale e in un contesto non medicalizzato ma ugualmente sicuro. Consente alla mamma di utilizzare a pieno le potenzialità del suo corpo regalandosi e regalando a suo figlio/a una nascita naturale, dolce ed indisturbata, fondamentale per il benessere futuro.

Il parto in casa permette alla coppia di ritrovare l’intimità e la sacralità della nascita; la sacralità, appunto, bisogna saperla riscoprire, per comprendere che OGNI nascita è sacra e non “un parto in più”.

Credo sia fondamentale poter scegliere in un momento così importante della propria vita, e non lasciare che gli altri decidano per noi, per chi lo desidera, si intende.

*[i]Annamaria Pietrosante è ostetrica e rieducatrice perineale. Laureata all’Università degli Studi de l’Aquila nell’aprile 2013.[/i]

{{*ExtraImg_209448_ArtImgRight_300x223_}}[i]Conduce corsi di accompagnamento alla nascita nel comune di Celano.[/i]