Lumia: ‘Sottovalutato il fenomeno mafia a L’Aquila’

15 luglio 2014 | 19:26
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Lumia: ‘Sottovalutato il fenomeno mafia a L’Aquila’

«A mio avviso c’è stata una sottovalutazione della presenza delle mafie, prima ancora del terremoto.
Spesso ha prevalso un atteggiamento minimalista, in qualche caso negazionista, e questo ha fatto del male alla terra d’Abruzzo. Non ha preparato i cittadini e le istituzioni a quello che poi è avvenuto nel post terremoto.

E’ stato un errore avere sottovalutato la presenza della ‘Ndrangheta con i Ferrazza; è stato un errore avere sottovalutato la presenza della camorra con i Cozzolino; di Zangari e Ciancimino con Cosa Nostra».

Lo ha detto Giuseppe Lumia, senatore Pd e membro della Commissione parlamentare antimafia, dopo aver partecipato alla riunione (presieduta da Rosy Bindi) presso la prefettura dell’Aquila, per fare il punto sul pericolo delle infiltrazioni della criminalità organizzata soprattutto negli appalti della ricostruzione privata.

«Un atteggiamento minimalista, un atteggiamento negazionista – ha aggiunto – che non ha avuto la capacità di valorizzare la straordinaria cultura della legalità presente in questa regione».

Lumia non ha dubbi: «E’ arrivato il terremoto e sono arrivate le mafie. Abbiamo avuto l’impressione che qui non sia stata organizzata una capacità di azione preventiva in grado di colpire questo arrivo che è stato travolgente.

Adesso bisogna voltare pagina, bisogna fare tesoro dell’esperienza positiva maturata in questi anni ma anche degli errori, dei limiti. Penso – ha proseguito il senatore Pd – che bisogna avere il coraggio di sbloccare le risorse, l’Abruzzo ne merita di più per programmare anche la conclusione della ricostruzione e merita soprattutto nel settore privato un maggiore controllo di legalità.

Bisogna fare in modo che la comunità viva questo momento sotto l’insegna della legalità e dello sviluppo. L’ultima operazione che è stata fatta che ha colpito la famiglia Di Tella e ha coinvolto degli imprenditori locali, famosi nel territorio aquilano, quali Gizzi, i Serpetti e altri, deve diventare un’occasione per valutare gli errori fatti e per costruire una vera svolta che dovrà vedere come protagonisti le istituzioni. La capacità preventiva e repressiva dello Stato deve far capire che in Abruzzo bisogna venire ma con il piede giusto e che le imprese locali non devono mai prestare il fianco alla presenza delle mafie».