Bindi a L’Aquila, Apindustria storce il naso

16 luglio 2014 | 15:51
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Bindi a L’Aquila, Apindustria storce il naso

«Soluzioni degne del miglior pressapochismo», secondo il segretario di Apindustria L’Aquila, Massimiliano Mari Fiamma, quelle prospettate ieri dalla Presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi.

«Subito le regole della ricostruzione pubblica in quella privata – afferma – in sostanza vuole dire annullamento del voto parlamentare per il quale abbiamo fatto barricate e lotte che ha sancito il valore di ‘indennizzo’ per le somme riservate al ripristino degli immobili privati».

«Le regole dei bandi pubblici, per intenderci quelle che consentono ribassi fino al 46% (generando a volte cifre che non potrebbero garantire nemmeno il totale del monte salari), non mi pare abbiano funzionato – aggiunge – in opere quali Expo e Mose mentre, in più di un caso, hanno garantito che nel sistema truffaldino, oltre alle mafie, sia sguazzata una parte di politica intenta a racimolare fondi per autopromuoversi».

«Vedere una città – conclude Mari Fiamma -, con molti dei suoi rappresentanti istituzionali, prona ed accondiscendente alle parole della ‘esperta in ricostruzione’ Rosy Bindi, mai vista prima in cinque anni e tre mesi, desta molta preoccupazione soprattutto perché il sovvertimento delle regole di base quando la macchina è in piena corsa non può che creare abusi, ritardi ed anomalie che, queste sì, renderebbero facili le infiltrazioni malavitose».