
di Valter Marcone
In queste case grigie dove il tempo
scaccia volti di uomini,
dove colano come ceri le stagioni
impassibili, un giorno un giorno
risuonerà di nuovo la voce
e il canto e il rumore e il frastuono
della vita.
Ora raccolgono come in un album
fotografico nascite matrimoni
e morti cucendo il passato
al presente, i giorni ai giorni
dissipati, le ombra alle ombre
che si susseguono, i peccati
ai peccati.
L’odore di fiori e di cipria
dipinge sulle pareti come un’onda
preziosa una fragrante eccitazione
mentre tutto s’addormenta.
E nel sogno la voglia dei baci,
l’immagine dei corpi risveglia
il nome dentro il cuore.
Il nome dell’amore
dal volto appena appena consumato
da quei baci, e dalle pene
senza orme sull’anima
appena appena accennate
in un adolescente furore
di vita e di morte.
Il desiderio raccolto
come un’acqua nel cavo della mano
bagna il mondo
e tutto quello che resta senza forma
è sogno.
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