
di Gioia Chiostri
Un colpo di fulmine canino, se così si può chiamare. Sembra una scena di quelle vecchie pellicole per famiglie felici che insegnano a rispettare gli animali e la loro ‘persona’, a discapito della crudeltà onnipotente dell’essere umano. E invece, nell’aula 1 B del dipartimento di Scienze umane dell’università dell’Aquila, fra lo stupore e il dubbio generali, una bella cagnolina dallo sguardo affettuoso – taglia media, nera e bianca pezzata – ha fatto il suo ingresso silenzioso due giorni fa. Curata, con un bel taglio d’occhi simpatico, il quadrupede ha conquistato subito il cuore di tutti, divenendo la mascotte di un lunedì uggioso e abitudinario.
{{*ExtraImg_209976_ArtImgRight_300x533_}}Un cane in un ambiente a lui non proprio consono, si sa, genera ilarità e divertimento, eppure è subito scattata la macchina del ‘AAA padrone cercasi’. Il [i]social network[/i] blu – in questo caso divenuto una sorta di ‘chi l’ha visto’ virtuale – è stato bombardato con annunci, reclami e appelli. Ha ingenerato non poche perplessità il suo essere da sola, ma provvista, comunque, di un collare – quindi segno di appartenenza – con delle gemme blu. Trovata da un ragazzo, per caso, «o forse è lei che ha trovato me», spiega, è stata immediatamente fotografata e la sua immagine è stata diffusa su tutti i canali virtuali. Nessuna risposta, però, è stata data all’annuncio. Nessun padrone in vista. Preoccupazione, disagio, rabbia: a poco a poco il cane è stato considerato come una vittima dell’ennesima possibilità di decisione senza vie di fuga dell’uomo. Adottare, curare, provvedere a. Un triangolo dell’affetto che molto spesso viene meno, quando le radici dell’egoismo si fanno sentire più nodose.
«Ero a studiare in aula 1 B, al secondo piano del dipartimento di Scienze umane, questo è il mio primo anno di università, studio Mediazione Linguistica e vengo da Foggia, quando, ad un certo punto lei, una cagnolina molto simile ad un Border Collie, ha fatto il suo ingresso – racconta Francesco Palmieri a IlCapoluogo.it – Bagnata fradicia, affamata ed evidentemente denutrita mi si è avvicinata. Io le ho dato da bere e da mangiare (due cracker). Immediatamente ho chiesto in giro se fosse di qualcuno, se qualche studente l’avesse portata con sé e l’avesse magari persa di vista. Niente. Mi è stato solo detto che la cagnolina era in dipartimento dalla mattina. Io l’ho incrociata alle 18. Credo che al 99 per cento sia stata abbandonata ed è davvero frustrante imbattersi in casi di superficialità di questo tipo. La cagnolina è molto socievole ed evidentemente abituata alla presenza umana».
{{*ExtraImg_209977_ArtImgRight_300x192_}}Il cane, visitato ieri da una volontaria dell’Oipa e portato già a lavare, stamattina ha ricevuto tutte le cure e attenzioni del caso. «Non volevo finisse in un canile – dice Francesco – Da qui la decisione di portarla a casa con me. Io e il mio coinquilino (Pasquale Fuscello, studente di psicologia e originario del Casertano Ndr.), tra l’altro felicissimo del nuovo ingresso nell’appartamento, l’abbiamo chiamata Nadine, come un personaggio femminile di Twin Peaks, la serie di David Lynch».
La cagnolina non è microchippata e reagisce in «maniera violenta e impaurita alle macchine in corsa. Avrà all’incirca un anno o poco più e, a mio avviso, è in giro da sola almeno da un paio di giorni. Alla fine – aggiunge Francesco – ho deciso di tenerla con me, cosa dovevo fare? Lasciarla da sola là, in un ambiente che, dato il periodo estivo, resta vuoto per parecchi giorni, non mi pareva la scelta migliore. L’ho portata a casa, anche perché poi è stata lei a seguirmi senza farsi problemi».
Una storia di abbandoni estivi alla rovescia, praticamente. C’è chi lo lascia poiché il mare va vissuto in piena umanità e chi lo trova e se lo porta via, perché la vita va vissuta in totale fraternità.
Abbandonare una parte di sé e della propria gioia. Questo significa sfilacciare mano a mano il legame che un cane intesse con il proprio padrone/amico. Si può voltare le spalle ad un pezzo della propria esperienza vissuta? Forse sì. Ma la storia di Francesco riafferma a gran voce come la vera sensibilità sta nel riannodare le fila di una storia disastrata passata e nel darle un nuovo inizio. Ricominciare a tessere il legame daccapo. Il finale è uno scodinzolio quasi invisibile, ma percettibile per il proprio umore, fra le mille faccende domestiche senza fine.
«Sicuramente non auguro un buon quarto d’ora a chi l’ha, a questo punto, abbandonata – conclude Francesco – Credo che nel momento in cui si sceglie un cane, egli scelga anche te. Si instaura fiducia, feeling, sostegno reciproco. Gettare via le scarpe vecchie è auspicabile perché le nuove saranno sicuramente più comode, ma gettar via un amico è voltare le spalle alla comodità della propria anima».