Vendetta contro ex, stalker aquilana in manette

18 luglio 2014 | 16:57
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Vendetta contro ex, stalker aquilana in manette

Per vendicarsi del suo ex ha messo in atto una vera e propria persecuzione nei confronti dell’uomo e azioni anche nei confronti della nuova compagna.

Una tale ossessione e desiderio di vendetta che hanno spinto una donna di 56 anni, arrestata, a scrivere denunce anonime di maltrattamento nei confronti del nipotino della nuova compagna del suo ex con l’intento di strappare il bimbo alla madre e alla nonna e fare intervenire i servizio sociali.

Carla Mari, 56 anni, residente all’Aquila, secondo quanto accertato dal procuratore aggiunto Maria Monteleone, è accusata di stalking, calunnia e diffamazione, reati indicati in 16 capi di imputazione.

Ad emettere la misura cautelare è stato il gip Alessandro Arturi. Secondo l’accusa la donna dalla metà del 2009 ha «impiegato tempo, risorse fisiche, mentali ed economiche per soddisfare un irrefrenabile bisogno di vendetta e di rivalsa nei confronti del presunto ex convivente, senza esclusioni di colpi».

Questa infatti la motivazione, indicata nell’ordinanza di custodia cautelare che, viene precisato nell’atto, è l’unico mezzo «per neutralizzare il pericolo di azioni gravi».

LA STALKER: Carla Mari, originaria dell’Aquila, è finita in carcere con l’accusa di stalking, calunnia e diffamazione, reati indicati in 16 capi di imputazione. Ad emettere la misura cautelare è stato il gip Alessandro Arturi per il quale al misura cautelare è l’unico mezzo «per neutralizzare il pericolo di gravi azioni».

La Mari viene descritta nel provvedimento come contrassegnata dall’ «ossessivo e maniacale proposito persecutorio attuato con pervicacia e spregiudicatezza così accentuate da dare adito ai più foschi scenari e, conseguentemente, da giustificare la risposta cautelare estrema quale unico presidio realmente adeguato a neutralizzare il pericolo concreto di azioni ancor più gravi, suscettibili di ledere seriamente, se non irreversibilmente, valori ed interessi primari delle persone offese e di coloro alle stesse legati da vincoli familiari».

I RETROSCENA: L’attività di persecuzione, secondo la procura, si è manifestata con denunce anonime nei confronti dell’ex e anche della sua nuova compagna contenenti false accuse ed insulti. Non solo, all’indagata sono contestati anche una serie di atti intimidatori: ad esempio il giorno precedente l’udienza del processo che la vede imputata per l’incendio della vettura della compagna del suo ex, si era recata nei pressi dell’abitazione di quest’ultima salvo poi allontanarsi – è detto nell’ordinanza – prima dell’arrivo dei carabinieri.

Ma l’episodio più inquietante attribuito alla Mari è quello di avere confezionato denunce anonime, inviate al comune di Roma e all’Ufficio Assistenti Sociali del IV Municipio, per accusare la compagna del suo ex, e la figlia di quest’ultima, di maltrattamenti e di abbandono del nipotino «sollecitando un intervento urgente dei servizi sociali a tutela del minore ed anche un affidamento del bambino ad altra famiglia».

Tutto questo, si precisa nell’ordinanza, «sapendo che la madre e la figlia erano innocenti». Ad incastrare la stalker, attualmente detenuta a Rebibbia, l’esito di una perquisizione nel corso della quale sono state trovate le ricevute delle raccomandate inviate a partire dal 2009 per «riversare – scrive il gip nell’ordinanza – accuse tanto ignobili quanto infondate».

Per il magistrato la Mari è persona «di rara spregiudicatezza ed insensibilità» per la quale deve «radicalmente escludersi la eventualità che all’esito del giudizio venga concesso il beneficio della sospensione condizionale della pena».