Autismo Abruzzo onlus: «Aprire nuovi centri»

22 luglio 2014 | 15:15
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Autismo Abruzzo onlus: «Aprire nuovi centri»

L’associazione ‘Autismo Abruzzo onlus‘ chiede a tutte le istituzioni «massimo impegno per assicurare alla popolazione con autismo e alle relative famiglie adeguato accesso alle attività riabilitative, interventi di inclusione sociale, attività di inserimento professionale tutelato e un ‘dopo di noi’ non più rinviabile».

«Chiediamo con forza alla Regione Abruzzo – afferma il portavoce della onlus Dario Verzulli – l’applicazione della legge regionale numero 92 del 1997 che prevede l’apertura di almeno 8 centri e l’applicazione delle linee guida per l’autismo redatte dall’Istituto superiore di sanità, recentemente recepite».

«Le premesse – osserva – appaiono buone, l’attenzione per temi importanti cresce e le azioni iniziano a prendere forma. Una Regione che aspira ad essere ‘veloce’ e ‘moderna’ deve necessariamente divenire una Regione ‘sociale’, in grado di proseguire il cammino avviato per lenire le difficoltà quotidiane delle persone con autismo, per restituire serenità alle famiglie e per assicurare un dignitoso futuro agli adulti con questa condizione altamente invalidante».

Verzulli, in particolare, parla di «centinaia di utenti senza accesso a terapie riabilitative, altri inseriti in percorsi insufficienti o inadeguati». Ma anche di «scuola senza una conoscenza specifica dell’universo autistico e interventi terapeutici non ufficiali offerti in contesti privati a totale carico delle famiglie», «problemi che – rileva – una profonda ristrutturazione del modello di intervento eliminerebbe».

«L’Abruzzo – sottolinea Verzulli – può ambire a modello nazionale, può indicare con le proprie esperienze e interventi già attuati una linea guida che vede nel Centro di riferimento regionale per l’autismo (Crra) lo snodo per la pianificazione di interventi sanitari e sociali. Il mondo della diversità contiene le opportunità di crescita umana e sociale di un territorio. La disabilità è dunque parte di una società civile aperta, attenta e moderna. Può favorire la crescita di un mondo nuovo che renda la vita di tutti più serena. L’Aquila potrebbe cullare una nuova fase per l’autismo, l’area ‘cratere’ può offrire residenze e strutture per il più arduo e mai affrontato dei problemi: ‘il Dopo di noi’. Nel territorio aquilano convergono componenti che possono agevolare tale intervento, ma solo se sostenuto e supportato da istituzioni attente e professionalità adeguate. Autismo 2.0 è il nostro obiettivo e siamo certi che sia anche l’interesse primario delle istituzioni».