Ventagli preziosi

24 luglio 2014 | 14:40
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Ventagli preziosi

di Raffaella De Nicola

Alza lo sguardo sul lago di Como, ora è a Colico, nell’angolo del suo lavoro. Sul tavolo il pennello di martora, il pennino, il cotone, la carta di riso, la colla e gli altri arnesi che da una vita usa per restituire la storia a queste stecche e pagine di ventagli.

E’ andata in giro per trovarli, restaurali e collezionarli, seguendo il fiume della passione, che ha inondato i suoi pensieri e l’ha spinta a cercarli in tutta Europa. Ma è partita da qui, dall’Aquila, quando ancora inconsapevole di quello che le sue mani magre avrebbero ricomposto, dipingeva la porcellana nel laboratorio di San Bernardino, acquisendo le tecniche preziose che poi avrebbero manipolato le piume di struzzo, i fogli di carta, i pizzi e le stecche di madreperla e raccontato, come una voce narrante di altra epoca, la malizia ma anche i virtuosismi degli artisti-artigiani che fissavano, in quella farfalla ad ali aperte, le mode e le evoluzioni stilistiche.

Odore di lago, ma anche di montagna, quello della sua memoria che qui torna, ed infatti è tornata nel 2003 con una donazione preziosa per il Museo Nazionale d’Abruzzo: 72 ventagli.

Linda Bennati De Dominicis lo sente il profumo della sua terra, continua ad inondarla se ha voluto sanare la perdita del sisma del 2009 di 18 pezzi con un’altra corposa donazione, più di un centinaio, proprio quest’anno, con uno prezioso del XVII secolo quando, attraverso il ventaglio, si esaltava la ricchezza delle classi nobili, il fasto dei teatri e delle feste e poi, con il linguaggio in codice, si sarebbero assecondati i capricci di una borghesia in ascesa e le civetterie fra uomini e donne.

Dai materiali preziosi del ventaglio della regina Elena, visibile nella mostra che domani si inaugurerà a Castel di Sangro, ai visi in miniatura come piccoli bottoni incisi nell’avorio in quello cinese, alle sete rosa, i ricordi per il grand tour sino all’uso pubblicitario, si dipana di fronte ai nostri occhi, come fotogrammi montati, una sequenza su cui aleggiano ricordi lontani. Ma non solo ricordi se ogni anno il Parlamento chiude per la pausa estiva proprio con la cerimonia del ventaglio. E lei lo sa bene, Linda Bennati De Dominicis, se nel filmato che guardo ha la voce ferma, solida, flautata e parla dei ventagli come di oggetti animati su cui ha speso una vita per riportare la bellezza, fissare ricordi e ostruire l’oblio. E donare all’Aquila, dove è nata la sua orma, la sapienza tenace di un lavoro manuale che racchiude, nel battito di un’ala, il profumo del tempo.

Info:

Butterfly – ventagli tra ‘800 e ‘900 della collezione Bennati De Dominicis del Museo Nazionale d’Abruzzo dell’Aquila. Castel di Sangro – pinacoteca patiniana.

Mostra della Soprintendenza BSAE – Abruzzo a cura di Lucia Arbace, coordinamento Lino Alviani.

Aperta tutti i giorni: 10.30-12.30/17.00-19.00

Si ringraziano Maria Giuseppa Dipersia e Americo De Dominicis.

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[i]Ventaglio mandarino o centofacce: 1850 carta dipinta, seta, avorio intagliato e inciso. Gli abiti dei dignitari sono in seta applicata e i volti in avorio.[/i]

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[i]Anni ruggenti: 1920-1930 in seta dipinta a gouache. La donna dipinta è l’espressione della prosperità economica dei grandi cambiamenti sociali nel primo dopo guerra[/i]

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[i]Fiori e uccelli: ventaglio a palmetta, 1850- seta dipinta, osso traforato e dorato.[/i]

{{*ExtraImg_210760_ArtImgCenter_500x333_}}

[i]Grand tour – ante 1860 – baia di Napoli – carta dipinta a gouache.[/i]