
C’è un Abruzzo che resta indietro perchè «ha su di sè ancora il peso di una macchina burocratica novecentesca» e c’è un Abruzzo che «non ha coscienza di essere l’architrave della Macroregione Adriatica». Per questo c’è «l’obbligo di cambiare le cose». Tra il presidente della Giunta regionale, Luciano D’Alfonso, e il sociologo, Aldo Bonomi, il confronto è continuo e serrato alla ricerca – come ha spiegato lo stesso presidente – di quella «capacità di interpretare ciò che serve alla comunità regionale fatta di persone, imprese e territorio».
Ieri, appuntamento alle ore 20 nella sala del Club nautico di Pescara, sullo sfondo un “essenziale” buffet e al centro il convivio tra Presidente, Bonomi, direttori regionali, gli assessori Giovanni Lolli, Marinella Sclocco, Mario Mazzocca e i consiglieri regionali Camillo D’Alessandro e Maurizio Di Nicola.
«Voglio costruire una regione che alle 20 di sera chiami a casa e risponde, una funzione di prossimità mai vista», ha anticipato il Presidente, hanno dibattuto fino a tarda notte di crisi, di sistema e di quali possono essere le possibili soluzioni.
Non si è fatto mistero della difficoltà di reciprocità tra classe burocratica e classe politica, «La prima protetta, la seconda destinata a perdere le elezioni perchè non dà risposte» ha detto Bonomi, ma sempre secondo il Sociologo burocrati e politici devono avere «la capacità di mettersi in mezzo», ciascuno per il suo ruolo, «la politica deve avere una visione, la burocrazia deve capire la sua funzione e avere il coraggio del cambiamento».
Per il sociologo «è in atto un cambiamento di paradigma» rispetto ai rapporti di forza del Novecento, costituito sul presupposto capitale/lavoro con lo Stato di mezzo che mediava. Ora tutto è cambiato: i «flussi impattano i luoghi e li cambiano antropologicamente, culturalmente ed economicamente e riaprono come dimensione centrale quella del territorio».
Per Bonomi il «cambiamento va incorporato e la politica deve mettersi in mezzo e capire luoghi e soggetti, il loro spaesamento, le loro difficoltà sociali, capire i flussi (finanziari, transazionali, internet company), avere una capacità progettuale di mettersi in mezzo tra flussi e luoghi».