«In Abruzzo turismo zavorrato»

30 luglio 2014 | 17:34
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«In Abruzzo turismo zavorrato»

Nel 2012 il turismo abruzzese ha registrato 1,6 milioni di arrivi e 7,3 milioni di presenze, pari rispettivamente all’1,5 per cento e all’1,9 per cento del totale nazionale. Scoraggiante il dato sui turisti stranieri, che rappresentano il 12,2 per cento degli arrivi e il 14,2 per cento delle presenze, quote assai inferiori a quelle nazionali (entrambe al 47 per cento). Lo rileva un’indagine del Centro regionale di studi e ricerche economico sociali (Cresa) che, dopo le pubblicazioni del 1995 e 2004, torna ad analizzare il turismo abruzzese e sottolinea la presenza di «zavorre che impediscono il decollo della regione».

Nel periodo 2001-2012, stando ai dati, gli arrivi turistici aumentano del 19,8 per cento, meno che a livello nazionale (+26,9 per cento), le presenze del 8,8 per cento e la permanenza media, pur essendo scesa da 5,1 a 4,6 giorni, resta superiore alla media nazionale (3,7 giorni). Sconfortanti, anche nella dinamica del periodo 2001-2012, i dati riguardanti i turisti stranieri, i cui arrivi aumentano del 7,6 per cento, meno di un quarto di quanto avvenuto a livello nazionale, e le presenze di solo l’1 per cento, contro il 23,1 per cento dell’Italia.

Gli alberghi, con l’80,6 per cento degli arrivi e il 66,7 per cento delle presenze, mostrano una capacità di attrazione dei turisti allineata alla media Italia. Buono l’andamento delle strutture ricettive extralberghiere, che mettono a segno aumenti degli arrivi (+70,7 per cento) e delle presenze (+22,5 per cento) sensibilmente migliori di quelli della media italiana (+50,8% e +12,3%).

Diversi gli andamenti nel corso del periodo preso in considerazione: rispetto alla media nazionale, tra il 2001 e il 2008 il turismo in regione aumenta in modo più consistente, precipita nel 2009, [i]annus horribilis[/i] per la regione anche sotto il profilo turistico, e tra il 2010 e il 2012 riprende a crescere nel complesso senza riuscire però a riguadagnare i livelli del 2008.

La costa è la meta principale di turisti italiani e abruzzesi (soggiorni superiori ai 4 giorni). La collina è prevalentemente frequentata da turisti italiani (meno di 4 giorni). La montagna vede una presenza importante di turisti stranieri.

La ricettività costiera regionale si basa su un modello di turismo di massa che si fonda sulla grande ospitalità alberghiera e di campeggi e villaggi turistici di standard medio basso che propongono un’offerta tradizionale. In collina ed in montagna la ricettività si caratterizza per una presenza importante di strutture extralberghiere. A dichiarare, per il 2012, i valori più elevati di fatturato, addetti e grado di utilizzo degli impianti sono le strutture costiere.

La grande maggioranza delle imprese ha effettuato investimenti nel periodo 2008-2012. Nella maggior parte dei casi la gamma di servizi e il livello dei prezzi sono allineati alla concorrenza.

Ricevono valutazioni ampiamente positive e sono considerati, pertanto, punti di forza, l’enogastronomia e il livello dei prezzi. Buoni anche i giudizi sulla cultura dell’accoglienza, sulla disponibilità di informazioni on line, sull’accessibilità dall’esterno e sull’immagine del territorio. Sono, invece, giudicate negativamente la mobilità interna e l’organizzazione di iniziative ed eventi.

Tra i canali pubblicitari le imprese costiere e montane prediligono i mass media, mentre per quanto riguarda i canali di vendita, collina e montagna utilizzano più frequentemente le agenzie di viaggio on line; per la costa è in corso un rapido processo di modernizzazione, con il passaggio da sistemi tradizionali a sistemi più avanzati. La presenza su internet è pressoché totale: quasi il 95 per cento delle strutture ha un proprio sito web. La presenza nei portali turistici di prenotazione online riguarda quasi la metà dei siti. La metà delle strutture analizzate è presente su Facebook e più di un quinto su Twitter.

Dall’indagine emerge inoltre che in Abruzzo sono presenti 171.465 seconde case utilizzate per vacanza: 25,3 milioni i pernottamenti, più del triplo rispetto a quelli nelle strutture ufficiali.

«L’immagine che emerge – commentano il presidente e il direttore del Cresa Lorenzo Santilli e Francesco Prosperococco – è di una regione che, nonostante gli sforzi, continua ad essere affetta da vizi di fondo che ne impediscono un vero sviluppo turistico. Mancanza di programmazione e di azioni coordinate e continuative coerenti, forte spirito campanilistico, pastoie burocratiche e molto altro ancora sono le zavorre che impediscono il decollo in senso turistico di una regione che soffre il grave handicap di essere inserita in un Paese disseminato di bellezze artistiche e naturali e ricco di tradizioni, nel quale per richiamare turisti non basta essere “belli”, ma è necessario comunicare ed offrire un’esperienza di vacanza nella quale valga la pena di impiegare il tempo libero».