
Prevenzione, controllo del territorio e collaborazione dei cittadini possono costituire i necessari anticorpi contro l’infiltrazione delle consorterie criminali della ricostruzione post-terremoto. Lo ha detto in neo comandante provinciale dei carabinieri dell’Aquila, il colonnello Giuseppe Donnarumma, incontrando stamani i giornalisti.
L’ufficiale è nato ad Udine e ha vissuto da bambino il devastante sisma che il 6 maggio del 1976 colpì il Friuli, terremoto che provocò un migliaio di morti. Per il comandante Abruzzo e Friuli sono due realtà affini in quanto ad accoglienza e predisposizione verso il prossimo «in una rispettiva convivenza fondata sul rispetto delle regole».
Donnarumma, che proviene dal Comando provinciale di Pesaro-Urbino, ha diretto numerosi reparti operativi, compresi quelli di Milano e Cagliari, dove la criminalità ha sfaccettature diverse. Il comandante si è detto «onorato» di essere venuto a L’Aquila, una sede importante, ha sostenuto, impegnata in un processo di ricostruzione.
«Dal sisma del Friuli – ha aggiunto – ho capito cos’è la capacità collettiva di vivere dopo tragedie di questo genere. La provincia dell’Aquila è un’area molto complessa. Ci sono fenomeni complessi dovuti al post-terremoto. Nella Marsica, invece, tra i problemi prioritari figura la grande presenza di irregolari e del lavoro nero».
Ma è contro la criminalità in generale che il comandante ha voluto insistere, ribadendo che nelle genti d’Abruzzo gli anticorpi sono molto forti perché credono nelle risposte delle istituzioni con l’Arma dei Carabinieri che continuerà a fare la sua parte, così come fa da 200 anni.
L’attenzione contro ogni tipo di infiltrazione illegale – ha osservato Donnarumma – rimane e rimarrà molto alta. Per quanto riguarda, invece, furti e rapine, i cosiddetti reati predatori, accanto all’attività repressiva, secondo il comandante, deve esserci sempre la collaborazione tra chi ha responsabilità di polizia e il cittadino. «Non è più il tempo di lasciare la chiave alla porta di casa. Bisogna stare attenti», ha ammonito Donnarumma. «Quindi – ha concluso – occorre, da parte di tutti, adottare quegli strumenti di contrasto per evitare che questa possa essere terra di conquista».